
Meglio del Brasile e dell’Argentina, i colossi del calcio mondiale: 37 partite senza perdere, un’imbattibilità durata oltre tre anni, dal 10 settembre 2018 al 6 ottobre 2021, la striscia più lunga di tutti i tempi per una Nazionale. Il record appartiene all’Italia di Mancini, salita sul tetto d’Europa a Wembley quasi quattro anni fa, l’apice di un ciclo in cui gli azzurri erano diventati invincibili. L’ex numero 10 della Samp e della Lazio non ha lasciato in eredità a Coverciano soltanto un titolo che mancava dal 1968 e dai tempi di Valcareggi. Ha scoperto e imposto Retegui, l’attuale capocannoniere della Serie A con l’Atalanta, quando era ancora sconosciuto, giocava in Argentina con il Tigre e non si riusciva a trovare un’alternativa credibile a Immobile. Se Gravina e Spalletti hanno finalmente risolto il rebus del centravanti lo devono a Mancio, alla segnalazione del suo amico Veron e alla relazione positiva di Sandreani, che convinse l’ex ct a spingere le pratiche per il tesseramento in via Allegri. Era il periodo più buio per la Nazionale, piegata dalla Macedonia ai playoff per l’ingresso al Mondiale 2022, e in piena fase di ricostruzione.
Record e Arabia Saudita
L’Italia di Bonucci e Chiellini, di Jorginho e Verratti, di Insigne e Spinazzola si era ormai spenta dopo aver prodotto un calcio bellissimo, forse irripetibile, solo interrotto dalla pandemia, e un record mai tanto reclamizzato. Perché restare imbattuti per la bellezza di 37 partite consecutive è un’impresa quasi impossibile per qualsiasi squadra, figuriamoci per una Nazionale che non può avere la stessa costanza di un club, si allena poco, si ritrova e gioca a distanza di mesi, quasi mai con la stessa formazione. Il Brasile tra il 1993 e il 1996 si era fermato a 35 partite di fila. L’Argentina di Messi e Scaloni, che avrebbero poi vinto il Mondiale piegando la Francia nella finale di Doha, cadde a un passo dall’impresa degli azzurri, sorpresa dall’Arabia Saudita al debutto in Qatar. La Seleccion non perdeva da 36 partite consecutive. Curioso che sarebbe stata proprio la nazionale abbracciata un anno e mezzo dopo da Mancio a interrompere la serie dell’Albiceleste.
Tre anni senza perdere
La galoppata degli azzurri si era invece aperta all’alba del sogno realizzato nel tempio di Wembley e suggellata dallo storico abbraccio tra Mancini e Vialli, i due gemelli della Samp. L’ex numero 10, dopo l’esonero di Ventura e il breve interregno legato a Di Biagio, aveva debuttato sulla panchina dell’Italia il 28 maggio 2018, guarda caso battendo l’Arabia Saudita (quante coincidenze) in amichevole a San Gallo. La Nations League, dopo l’estate, era il primo vero banco di prova per ricostruire la Naziosecutive nale che avrebbe spopolato e sarebbe diventata imbattibile per tre anni. Un ko a Lisbona contro il Portogallo (0-1, gol di André Silva) il 10 settembre 2018 e poi una lunghissima striscia di risultati utili (7 pareggi e 30 vittorie, comprese semifinale e finale di Wembley ai rigori contro Spagna e Inghilterra) sino ad arrivare alla sconfitta interna di San Siro del 6 ottobre 2021, nella successiva edizione della Nations, per mano della Spagna di Luis Enrique (1-2). La doppietta di Ferran Torres, il rosso a Bonucci, il gol per tentare invano di riaprirla con Lorenzo Pellegrini.
Che numeri
Dentro quei tre anni ci sono stati tanti altri primati, non solo il titolo europeo. La pietra angolare di quella Nazionale resta il gol di Biraghi per battere la Polonia al minuto 94 evitando la retrocessione in Lega B di Nations (14 ottobre 2018). Nella notte di Varsavia nascono gli invincibili azzurri. Il mese successivo, a Genk in Belgio, di nuovo al 94’, il gol di Politano piega gli Stati Uniti e avvia una serie lunga 11 vittorie consecutive sino alla goleada con l’Armenia a Palermo nel novembre 2019 (l’ultima gara prima del Covid). È il nuovo primato azzurro, l’Italia di Pozzo (nel 1938-39) si era fermata a 9 successi di fila. La Nazionale di Mancini piazza un altro record, centrando l’en plein nelle qualificazioni europee 2020-21 (10 vittorie su 10), prima volta per l’Italia in un girone verso la fase di finale di un Europeo o un Mondiale. Non solo. Dal punto di vista statistico, battendo 9-1 l’Armenia, la Nazionale torna a segnare 9 reti in una partita 71 anni dopo l’ultima volta (1948, Italia-Usa 9-0, successo più largo di sempre), quarta vittoria nella storia con 8 gol di scarto (le altre nel 1928, 1936 e 1952). Dal girone di qualificazione al sogno di Wembley, un’altra serie di vittorie consecutive (13) e da record viene prodotta dalla Nazionale di Mancini sino alla semifinale con la Spagna, risolta ai rigori con l’ultimo tiro di Jorginho. In finale, invece, il play italo-brasiliano sbaglia e le prodezze di Donnarumma diventano decisive per sfilare il trofeo “Henry Delaunay” all’Inghilterra. Tra ottobre 2020 e giugno 2021, Gigio e la difesa azzurra restano imbattuti senza prendere gol per 1168 minuti, a riprova di come il portierone del Psg e la coppia Bonucci-Chiellini siano stati il vero segreto della Nazionale a cui Mancio aveva aggiunto un tocco di classe, studiando la formula del doppio play. «Jorginho e Verratti sono gli unici due centrocampisti di livello internazionale che abbiamo» sosteneva ancora nel 2023, un paio di mesi prima di lasciare.
Addio e bilancio
Si è chiusa male l’esperienza di Mancini a Coverciano. Le dimissioni, come lui stesso ha ammesso a distanza di tempo, sono state un errore. Avrebbe dovuto chiarirsi meglio con Gravina e gestire con altre modalità, non con una Pec dalla spiaggia di Mykonos, una separazione che meditava nel suo intimo da fine giugno e che l’offerta ricchissima dell’Arabia Saudita contribuì solo a scoperchiare. La macchia del Mondiale mancato in Qatar, complici i due rigori falliti da Jorginho nel doppio confronto diretto con la Svizzera, resta ma è innegabile che dal punto di vista calcistico e sportivo abbia realizzato un capolavoro, resistendo sulla panchina della Nazionale cinque anni e lanciando quasi tutti i giovani che oggi fanno parte del gruppo di Spalletti. Solo Vittorio Pozzo ed Enzo Bearzot, campioni del mondo, sono durati più a lungo sulla panchina azzurra. Mancini ha chiuso con 37 vittorie, 15 pareggi, 9 sconfitte e un record mondiale di imbattibilità in 61 partite da ct campione d’Europa, entrato nel Pantheon dell’Aula Magna di Coverciano accanto ai suoi più illustri predecessori. Sarà complicato per chiunque superarlo.
