Kobe Bryant, la moglie Vanessa in lacrime al processo per le foto dell'incidente

La vedova della leggenda dell'Nba ha fatto causa alla contea di Los Angeles per milioni di dollari
Kobe Bryant, la moglie Vanessa in lacrime al processo per le foto dell'incidente© EPA
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Vanessa Bryant, vedova della star dell'Nba Kobe Bryant, ha accusato questo venerdì le autorità della contea di Los Angeles per aver diffuso illegalmente fotografie dei corpi dell'ex giocatore dei Los Lakers e di sua figlia Gianna (di appena13 anni) dopo il terribile incidente in elicottero in cui persero la vita. "Mi sento devastata, ferita e tradita dai dipendenti della contea che hanno fatto trapelare le foto", ha dichiarato la donna in un tribunale, aggiungendo che per scelta non ha ancora visto quegli scatti. Le parole della Bryant arrivano all'ottavo giorno di processo, in seguito alla causa intentata dalla vedova contro la contea di Los Angeles. Pare che alcuni mebri dello staff dello sceriffo e dei vigili del fuoco diffusero le immagini dei corpi senza vita di Kobe e di sua figlia tra i suoi conoscenti in un bar californiano.

Le accuse di Vanessa Bryant

La moglie di Kobe Bryant ha sostenuto che sia stato violato il diritto alla privacy delle vittime, causando così un immenso dolor ai parenti. Ora la vedova chiede un risarcimento economico alla contea il cui importo non è ancora noto, ma che per la stampa americana posa aggirarsi intorno a "diversi milioni di dollari". Durante la sua testimonianza, Vanessa ha rivelato di soffrire di stress emotivo dovuto alla "paura" che un giorno sia lei che i suoi figli potranno trovare su Internet le immagini orribili dei loro cari

Le parole dell'avvcocato della Bryant

L'avvocato di Vanessa Bryant, Luis Li , ha dichiarato che le immagini scattate sono state fatte per diventare "gossip visivo" e "e umiliare le vittime", visto che non vi era alcuna esigenza tecnica per scattarle. Quindi ha aggiunto che "Sono stati condivisi più volte con persone che non avevano assolutamente alcun motivo per riceverli". Per la difesa il pricolo che gli scatti possano finire ora su Internet è remoto, in quanto in due anni e mezzo quelle foto non sono mai apparse in rete. 


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