WWE, Mick Foley: "Giocavo a calcio, ora tifo Sheffield United grazie a Billy Sharp"

L'Hall of Famer della più importante compagnia di wrestling presenta Hell in a Cell: "Il match contro Undertaker nel 1998 ha cambiato la mia vita"
WWE, Mick Foley: "Giocavo a calcio, ora tifo Sheffield United grazie a Billy Sharp"
4 min

ORLANDO (Florida) - Mancano pochi giorni e sarà il momento di Hell in a Cell, cioè uno dei ppv più crudi in assoluto del mondo del wrestling WWE. L'evento prende il nome appunto dalla relativa stipulazione di match, quello dentro un'enorme gabbia d'acciaio a cinque lati che racchiude sia il ring che l'area intorno. Una sfida estrema per gli atleti che vi hanno partecipato nel corso degli anni. E un incontro che resterà per sempre associato a un nome, quello dell'Hall of Famer Mick Foley. Era l'edizione del ppv King of the Ring del 28 giugno 1998, quando interpretando la gimmick di Mankind si fece lanciare dalla cima della gabbia (circa sei metri) da un'altra leggenda, The Undertaker.

Mick Foley, icona di Hell in a Cell (e non solo)

Un volo impressionante, diventato una vera e propria icona di questo genere di match. E che non solo ha trasformato la carriera di Mick Foley, ma anche il suo modo di interpretare il wrestling: "Un momento molto significativo per me - ha raccontato l'ex wrestler in una conference call direttamente dagli Stati Uniti - perché a partire da quella caduta ho cominciato a prendere consapevolezza della mia mortalità, un aspetto che prima tendevo a non tenere in considerazione. Per questo motivo è letteralmente il match che ha cambiato la mia vita, fisicamente ed emotivamente. Con quell'incontro sono entrato nella storia, ma allo stesso tempo mi ha permesso di rendermi conto che non potessi continuare a fare le cose che stavo facendo per entrare in contatto con il pubblico, dovevo trovare un modo diverso, che lavorasse di più sulle emozioni".

Wrestling è anche saper raccontare storie

E ci è riuscito senza dubbio attraverso tutti i suoi personaggi interpretati sul ring, a volte anche nel corso della stessa serata (come accaduto ad esempio nella Royal Rumble 1998). Dal tormentato Mankind al playboy Dude Love, passando per il selvaggio Cactus Jack, con Mick Foley sul quadrato o dietro un microfono il risultato è sempre stato garantito: "Oggi tra i più bravi c'è sicuramente Bray Wyatt, ma devo ammettere che ci sono tanti ragazzi che riescono a far emozionare il pubblico raccontando delle storie, un aspetto fondamentale nel mondo del wrestling al pari dell'atleticità. Ecco, uno capace di abbinare entrambe le cose è senza dubbio Randy Orton, un vero e proprio maestro, capace di rinnovarsi anno dopo anno e restare sempre sulla cresta dell'onda. Anche Sasha Banks è molto brava".

Billy Sharp, lo Sheffield United e Mr. Socko

Prima di salutarlo, c'è modo anche per farlo tornare con la mente all'omaggio che gli ha tributato Billy Sharp, attaccante e capitano dello Sheffield United, che nel gennaio scorso dopo un gol ha esultato mimando il celebre "Mr. Socko": "Un ricordo davvero molto divertente, che da quel momento mi ha fatto ovviamente diventare tifoso dello Sheffield United e Billy è diventato il mio calciatore preferito. Sono stato anche a trovarli, è stata un'emozione unica vedere la partita contro il Brentford. Tra l'altro io per un paio d'anni ho anche giocato a calcio quando ero ragazzo, nella mia squadra c'erano giocatori che poi hanno indossato la maglia dei New York Cosmos. Io ho preso un'altra strada, ma quando riesco le partite me le guardo, soprattutto in occasione dei Mondiali e delle Olimpiadi, quando chiaramente faccio il tifo per la nazionale statunitense".


© RIPRODUZIONE RISERVATA