Spagnola, nata a Moraleja il 31 ottobre 1996, Paula Josemaría Martín ricopre attualmente la posizione n.1 nel ranking WPT. Non è una persona che ama essere sotto i riflettori e definirla un “peperino” sarebbe limitativo, sia per la sua velocità in campo, ma soprattutto perché quando entra in partita è davvero un’impresa superarla. Gioca dal 2021 in coppia con la fortissima Ariana Sánchez con cui negli ultimi due anni ha concluso la stagione come seconda migliore coppia al mondo. Paula a 26 anni ha vinto anche due Mondiali con la nazionale spagnola e vanta una percentuale di vittorie del 69% su 272 partite giocate nel circuito.
Quali sono le vostre aspettative per questa stagione?
«Il nostro obiettivo è di raggiungere e vincere il maggior numero possibile di finali e continuare a migliorare per vincere il titolo finale».
Cosa ne pensi di così tanti circuiti?
«Sicuramente è positivo così ognuno di noi può scegliere a quale torneo partecipare, ma allo stesso tempo l’ideale sarebbe se tutto fosse unificato».
Su quali giocatrici punteresti per il futuro?
«La verità è che scommetterei su tante giovani che stanno già giocando nel final draw».
Indoor o outdoor?
«Preferisco i campi all'aperto, ho sempre giocato a tennis fin da bambina e mi piaceva allenarmi all'aperto. Mi piace quella sensazione di libertà e poi se c’è il sole è tutto ancora più bello».
Chi sono i migliori giocatori della storia del padel?
«Senza dubbio le gemelle Alayeto e Carolina Navarro. Negli uomini, Bela, Juan Martin Diaz e Sanyo Gutierrez».
Ci parli del tuo coach?
«Si chiama Claudio Gilardoni, apprezzo il suo entusiasmo nel lavoro che svolgiamo ogni giorno».
Nei vostri allenamenti analizzate le vostre partite e quelle delle vostre avversarie?
«Ogni giorno ci alleniamo sia sul piano tecnico che su quello tattico, entrambi vanno di pari passo. Analizziamo anche i filmati dato che il padel è molto tattico, simile agli scacchi».
Se potessi “rubare” un colpo a un giocatore?
«Ruberei il pallonetto a Bela e Sanyo, perché è un colpo che, se ben fatto, mette sempre in difficoltà gli avversari».
Il consiglio più importante che daresti ad un giocatore amatoriale?
«Ricordarsi che non tutti i colpi si basano sulla potenza, è invece molto importante imparare a controllare la palla, in modo da poter alzare mano a mano il proprio livello».
Se non avessi giocato a padel?
«Mi sarei dedicata alla biochimica, dato che mi piace la ricerca ed è quello che avevo studiato all’università».
Che racchetta usi e quali sono i tuoi sponsor?
«Gioco con la Head Delta Motion, mi trovo molto bene ed anche per l’abbigliamento e le scarpe sono sostenuta sempre da Head».
Sogno nel cassetto?
«Voglio lasciare il segno nel mondo del padel, ma soprattutto diventare la migliore al mondo».