Bandiera della Cremonese, maglia con la quale siè affermato nel calcio dei grandi. Ma anche, tra le altre, Vicenza, Sampdoria, Fiorentina, Lecce e Torino. La carriera di Riccardo Maspero, ora allenatore, è un viaggio per l’Italia in alcune delle piazze più calde e passionali. L’esordio di questa intervista, durante la prima tappa dell’Exclusive Padel Cup svolta all’Aspria Harbour Club a inizio ottobre, è proprio per le sue origini: «Sono cresciuto nella Cremonese, sono
stato lì dai 12 ai 25 anni, la considero la mia gente, la mia città. Porto con orgoglio e amore questi colori nel cuore».
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Voglia di vincere
Come tanti suoi ex colleghi, l’ex attaccante si è appassionato ora al padel: «Mi diverto nell’attesa di trovare una panchina libera, gioco spesso e cerco di imparare. Mi mantengo in forma facendo una dieta gestita da me, gli sfizi però non si fanno mancare. Perché poi quando si scende in campo, che sia un rettangolo verde o un campo da padel, non si vuole mai perdere». Proprio quest’adrenalina è il tratto comune tra ex calciatori, che ritrovano nella “gabbia” quell’agonismo vissuto da calciatori professionisti: «Ormai ci sono tanti ex giocatori nel padel – aggiunge Riccardo Maspero – il bello è che tutti si professano bravi e forti, come sempre è il campo che giudica, è lì che si dimostra il proprio valore». Riccardo, che in occasione dell’Exclusive Padel Cup ha fatto coppia con Mario Ielpo (ex portiere di Lazio, Siena, Cagliari, Milan e Genoa), arrivando a conquistare la semifinale, traccia la sua personale classifica: «Dario Marcolin è il mio mentore, è stato lui a portarmi per la prima volta in un campo da padel. Ci sono tanti ex calciatori bravi, come Roberto Baronio, Nicola Amoruso, Tomas Locatelli e Luigi Di Biagio. L’età fa la differenza: puoi anche avere tecnica e un braccio da tennista ma se non hai gamba non si va da nessuna parte».