Michele Bruno, gli obiettivi del 2023: "Voglio tornare al vertice"

La top 100 è il suo desiderio per il nuovo anno: "Sto decidendo se andare in Spagna ad allenarmi"
Michele Bruno, gli obiettivi del 2023: "Voglio tornare al vertice"
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Romano, classe 1989, Michele Bruno è uno dei migliori giocatori del panorama italiano con alle spalle un palmarès di tutto rispetto. In passato ha disputato i Mondiali in Paraguay e Qatar con la nazionale italiana, e 4 volte i campionati europei vincendo l’oro in Italia nel 2019. E’ stato n.1 nel ranking italiano nel 2019 e 2020, vincendo anche il campionato italiano outdoor e per ben due volte la Serie A con il CC Aniene. Quest’ultima non è stata certo la sua migliore stagione, ma Michele promette di tornare ai livelli che merita. Conosciamolo meglio.

Come ti sei avvicinato al padel? «Degli amici mi invitarono a giocare e fu amore a prima vista. Uno sport divertente, dove potevo giocare tanti colpi al volo che ho sempre prediletto anche nel tennis».

A quale età sei diventato professionista? «A 26 anni. L’anno seguente ho vinto il campionato regionale in coppia con Lorenzo Verginelli e venni convocato per la prima volta in Nazionale in occasione degli Europei in Olanda».

Partite indimenticabili? «Una che a livello emozionale non dimenticherò mai è stata quella contro l’Argentina in Paraguay, dove in coppia con Andrès Britos, giocammo contro Lamperti e Beluati lasciando il segno; siamo stati infatti gli unici italiani che fino ad oggi hanno vinto un set contro una delle squadre più forti al mondo. Ancora più emozionante, anche se non giocai benissimo e perdemmo al secondo set, fu quando mi ritrovai in coppia con Pablo Lima a giocare il campionato di Serie A contro Fernando Belasteguin e Denis Perino».

Ci parli dei tuoi ex compagni? «Ho avuto il piacere e l’onore di giocare con tanti professionisti internazionali; Pablo Lima, Martin Di Nenno, Lucas Bergamini e Lucas Campagnolo, di loro ciò che mi ha colpito è la serenità con cui difendono ed affrontano ogni palla. Attualmente gioco con Luca Mezzetti ed in passato ho fatto coppia anche con Danny Cattaneo ed Emanuele Fanti, diciamo che tutti noi che arriviamo dal tennis giochiamo un padel differente, perché avanziamo con fatica in difesa ma spingiamo di più».

Se dovessi farti allenare da un coach internazionale? «Rodrigo Ovide, il suo metodo mi piace molto, riesce a trasmettere con tranquillità ogni concetto che il giocatore deve apprendere per migliorare».

Se dovessi allenare una coppia maschile? «Sicuramente sceglierei Lebron e Galan, è facile dirlo lo so… ma sono i più forti, ed ogni volta che li vedo giocare mi entusiasma il loro gioco, che io con i miei limiti cerco di interpretare».

Pregi e difetti? «Ahimé sono sempre gli stessi ed anche se la difesa è migliorata, resta sempre il mio tallone d’Achille. Mentre uno dei miei pregi che mi porto sicuramente dal tennis, è la fase d’attacco che è sempre molto aggressiva e vincente».

Hai qualche rammarico in carriera? «Non ho tantissimi rimpianti, forse l’unica cosa che farei e sulla quale sto prendendo delle decisioni in questi giorni è sicuramente se andare ad allenarmi in Spagna».

Quali sono le tue ambizioni? «Nel 2020 sono stato numero 1 in Italia e la mia ambizione è di rimanere sempre ai vertici della classifica, ma soprattutto entrare nella top 100».

Sogno nel cassetto? «Indossare la maglia della nazionale italiana alle Olimpiadi».


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