Rugby, il neo ct Quesada: “Facile scegliere l’Italia, sono pronto”

Presentato il nuovo commissario tecnico degli azzurri. Malagò: "Con Gonzalo anima ancora più latina"
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ROMA - Inizia oggi (31 ottobre) l'avventura di Gonzalo Quesada sulla panchina dell'Italrugby nelle vesti di nuovo commissario tecnico. Il 49enne allenatore argentino, presentato questa mattina al Salone d'Onore del Coni e visibilmente emozionato, raccoglie l'eredità del neozelandese Kieran Crowley ed esprime così la sua soddisfazione: "La scelta di venire ad allenare l'Italia è stata facile, è vero che ho lavorato in due staff internazionali con Argentina e Francia, ma per me il passo successivo era essere all'altezza di una squadra internazionale: allora sono veramente onorato di essere qui oggi". Quesada poi aggiunge: "Conosco bene questa grande sfida, ma sono convinto di essere pronto - ha aggiunto - Adesso spero di conoscere velocemente staff e giocatori per cominciare la preparazione per il Sei Nazioni. Per la prima volta lavorerò con uno staff che non conosco - sottolinea il nuovo ct azzurro - quindi la prima cosa è definire l'obiettivo comune. Io so quale cultura voglio portare, ma prima devo ascoltare e scoprire il rugby italiano". 

Italrugby, Malagò accoglie Quesada

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, dà il suo personale benvenuto al nuovo ct azzurro: "Abbiamo visto che c'è un'anima latina, gli argentini sono dei nostri cugini e sappiamo una parte importante di quel Paese è legata al nostro. Penso che tu, Gonzalo (Quesada, ndr), hai saputo integrare questa anima con dinamiche più scientifiche e più fredde. Lo dimostrano i tuoi eccellenti risultati di club e nazionali". Lo stesso Malagò poi afferma: "So che il rugby, così come altri sport di fatica, hanno delle dinamiche culturali molto particolari, quasi una forma di religione in chi lo pratica". Il presidente del Coni sottolinea anche i risvolti sociali e lavorativi legati al rugby. "Però c'è anche un fatto significativo, che moltissime persone che praticano questo sport sono poi diventati protagonisti e hanno cominciato una seconda vita lavorativa anche con professioni tecnicamente complicate, medici, architetti, docenti universitari. Ecco, se c'è una cosa in quel curriculum in più di quello che hai fatto da giocatore è l'idea è che ti sei laureato in economia. Questo fa capire la poliedricità che credo sia indispensabile per stare in questo mondo e con noi italiani", ha concluso.


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