Mo Farah, la maratona è un fallimento e diventa la ‘lepre’ a Londra

Sir Mo Farah non ha mai convinto in maratona, prestazioni non all’altezza del grande campione che è stato in pista. Così a Londra si mette, con grande umiltà, a disposizione degli altri
Mo Farah, la maratona è un fallimento e diventa la ‘lepre’ a Londra
Cesare Monetti
4 min

Un pacemaker di eccezione, che può addirittura portarti a perseguire un tempo di qualificazione olimpica nella maratona. Si mette in gioco il più celebre atleta della Gran Bretagna, il 37enne Sir Mo Farah, detentore del primato britannico di maratona e da qualche giorno detentore del record mondiale sull’ora in pista dove ha marcato 21,330km. Saranno guidati da lui, che avrà il delicato compito di ‘pacemaker’ o di ‘lepre’ (se vogliamo italianizzare), per i top runner lungo le strade della maratona di Londra in programma domenica 4 ottobre. Maratona di Londra che quest’anno sarà possibile solo a inviti per gli atleti élite.

 “La maratona di Londra è stata così importante per me sin da quando ero uno scolaro che quando mi hanno chiesto di fare da pacemaker mi sono subito entusiasmato", ha detto Mo Farah, che, proprio alla maratona di Londra, si è classificato terzo e quinto rispettivamente nel 2018 e nel 2019. "Sono in buona forma, sarò a Londra quella settimana e fare da pacemaker coincide con i miei allenamenti.
So quanto sia speciale competere per il proprio paese ai Giochi Olimpici, e sarebbe fantastico aiutare altri atleti a raggiungere questo obiettivo", ha aggiunto.

Farah ha vinto e così fatto la doppietta nei 5000 e 10000 metri alle Olimpiadi di Londra 2012 e Rio De Janeiro 2016, il sogno è quello di confermarsi campione olimpico sui 10000 metri per la terza volta ai Giochi Olimpici di Tokyo rimandati all’estate 2021.

Il direttore della maratona di Londra Hugh Brasher ha elogiato la decisione di Farah di svolgere il compito di pacemaker come un gesto meraviglioso. "Mo Farah è il più grande atleta olimpionico nella storia dell'atletica leggera britannica e viene a correre come pacemaker per aiutare gli altri a realizzare i loro sogni di partecipare ai Giochi Olimpici di Tokyo", ha detto Brasher, “sono sicuro che la sua presenza e il suo supporto ispireranno gli atleti a caccia di quel tempo di qualificazione".

Mo Farah ha abbandonato temporaneamente la distanza di maratona, diciamo un progetto fallito per via di prestazioni valide ma non certo eccezionali per quel grande atleta che si è dimostrato in carriera nelle distanza più brevi in pista dove lo attende un altro oro a Tokyo 2020 il prossimo anno. In maratona ha fatto del suo meglio a Chicago nel 2018 quando ha fissato il primato personale in 2h05’11” vincendo la gara, primato britannico, crono ben lontano dal record mondiale di Eliud Kipchoge. Più scialbe le altre prestazioni: si va per esempio dal 2h08’21” del suo esordio a Londra 2014 quando si piazzò 8° al 2h09’58” di Chicago 2019, la gara peggiore che gli ha fatto definitivamente cambiare idea e tornare sui suoi passi che sicuramente sono più profittevoli nell’anello rosso da 400 metri. Il fatto che sia ‘solo’ pacemaker alla maratona di Londra e non un assoluto protagonista in grado di lottare sia per la vittoria finale che per un tempo che potesse avvicinare il record del mondo di 2h01’39” suona senz’altro come una sconfitta personale e del suo entourage. C’è da dire che mettersi a disposizione degli altri significa anche avere una grande umiltà, anche se l’assegno a suo favore per il ruolo richiesto sarà stato bello cospicuo.

La maratona di Londra, posticipata dalla sua data originale in primavera a causa della pandemia COVID-19, si svolgerà il 4 ottobre e sarà caratterizzata da una sfida stellare tra gli élite. Al maschile occhi puntati sul keniano primatista del mondo Eliud Kipchoge, vincitore nel 2019, e dal trio etiope Kenenisa Bekele, Mosinet Geremew e Mule Wasihun. Confermate anche la vincitrice femminile dello scorso anno e detentrice del record mondiale Brigid Kosgei, così come la campionessa mondiale Ruth Chepngetich.

 


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