La maratona esiste solo se ci sono anche gli amatori

Una vera gara è composta dai grandi campioni ma anche dal popolo dei runner. Solo la somma delle due cose può definirsi maratona
La maratona esiste solo se ci sono anche gli amatori
Cesare Monetti
4 min

Una maratona senza maratoneti non può esistere. Sembra impossibile ma sta accadendo, si stanno organizzando maratone senza che vi possano prendere parte i partecipanti. E’ bene ribadirlo forte, chi fa la maratona sono gli amatori, il popolo dei runner, quelli che tra famiglia e lavoro, tra sacrifici e poco tempo libero, con il sacro fuoco della corsa nel loro cuore e nella loro testa macinano chilometri su chilometri per sfogare la loro passione e tagliare il traguardo dopo i fatidici 42,195km.

Uomini e tante, tantissime donne, di ogni età e ceto sociale, che vivono e scalpitano per conquistare la medaglia, da mostrare in un selfie sui social magari mentre l’addentano come fossero i più grandi dei campioni mondali, perché è quel giorno, quando compiono l’impresa che si sentono campioni. E hanno ragione. Perché loro sono i protagonisti. Loro sono i più forti.

Più gente c’è più la maratona è importante, questo è un dato di fatto, New York City Marathon ce l’ha insegnato, l’immagine della folla che corre nel primo miglio sul ponte da Verrazzano fa ogni anno il giro del mondo, è quella l’immagine vera e pura della maratona. Ma non per forza deve essere a New York, vanno bene gli Champs Elisées di Parigi, la porta di Brandeburgo a Berlino oppure i Fori Imperiali con il maestoso Colosseo laggiù in fondo a farne da sfondo a Roma. Il denominatore comune è la massa, tutti coloro che veloci o lenti si presentano al via, hanno avuto il coraggio di allenarsi nel freddo e sotto la pioggia, magari al buio della sera o la mattina all’alba prima del sorgere del sole. In quei giorni, tutti quei giorni, in quella fatica e gioia quotidiana, corrono per la loro maratona. Il giorno della gara sarà solo il momento di andare in scena, come dicono , scherzando ma non troppo: ‘si va solo a ritirare la medaglia’.

Ecco perché stride e fa male l’annuncio della Milano Marathon, riprogrammata al 16 maggio, che permette di correre solo a 120 selezionatissimi atleti che abbiano un primato personale sotto le 2h45’. Un gran bel ritmo, un gran bel correre. Brava gente, bei campioni, forti atleti, ma non sono tutti i maratoneti. Sbarrato l’ingresso agli amatori che non sono stati presi in considerazione. Da qui anche i tanti commenti negativi sui social di queste ore, è proprio il popolo dei runner che si ribella e alza la voce anche perché hanno scoperto di non poter partecipare solo due mesi prima della gara, quando avevano già iniziato la preparazione da qualche mese, hanno visto distruggersi sogni di gloria e obiettivi di vita.

Tutti noi ammiriamo ad esempio Eliud Kipchoge, il primatista mondiale di maratona, il suo primato di 2h01’39” fatto qualche anno fa a Berlino è qualcosa di straordinario, così come il suo test andato a buon fine in quel di Vienna dove è sceso, unico uomo al mondo, sotto il muro delle 2 ore. Un fenomeno, un campione assoluto. Leggendario. Impareggiabile. Ma la maratona è e deve essere per tutti, per quelli forti e veloci come lui, ma anche per chi magari ci mette 6 ore o forse anche qualcosa in più. Ci devono essere i campioni, ma ci devono essere anche gli amatori. Gli uni senza gli altri sono qualcosa che non funziona, ci vogliono entrambi.

Le strade di Roma sono pronte ad essere invase da chi ha questa grande passione che è la corsa, Acea Run Rome The Marathon già da dicembre scorso, con largo anticipo, ha annunciato la nuova di domenica 19 settembre, con l’originale e inedita idea di far partire la gara all’alba. Presto sì, molto presto. Diverso. Unico. Per combattere il caldo settembrino ma anche per regalare un’emozione in più, per dare a tutti i maratoneti la speranza di potercela fare, di cullare nei mesi estivi il sogno di poter mordere quella medaglia tanto desiderata. Si attendono anche i grandi campioni che speriamo facciano la loro più bella prestazione di sempre, ma la vera maratona esiste solo quando insieme ci sono anche i colori, gli sguardi, il sudore di migliaia di persone. Se non ci sono anche loro, non chiamatela maratona.

 

 

 

 


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