A 49 anni dalla scomparsa di Abebe Bikila, l'uomo che segnò la maratona

Trascorsi 49 anni dalla prematura scomparsa di Abebe Bikila, l'atleta etiope che sulle strade di Roma vinse uno storico oro olimpico
A 49 anni dalla scomparsa di Abebe Bikila, l'uomo che segnò la maratona© ANSA
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Sono trascorsi 49 anni dalla scomparsa di Abebe Bikila, il leone d’Etiopia dallo sguardo fiero e modesto, contadino, guardia del corpo personale dell'imperatore Hailé Selassié, infaticabile, semplice ma allo stesso tempo glorioso. A Bikila toccò la sorte di rappresentare non solo la sua nazione, ma un intero continente, l’Africa che si liberava dal colonialismo europeo, e quella di insegnare ai suoi connazionali che era ora di dire la loro nel podismo di fondo.

Alle Olimpiadi di Roma del 1960 era arrivato grazie all’insistenza con il governo etiope da parte del suo allenatore Onni Niskanen, svedese di origini finlandesi, ma anche grazie all’infortunio di Abebe Wakijera.

A lui il compito di vincere la prima medaglia d’oro olimpica del continente africano, di migliorare il record olimpico (2h15'16"), di farlo correndo senza scarpe tra le fiaccole disposte lungo il percorso e le riprese televisive, per la prima volta. Vinse con leggerezza e non era nemmeno stanco, disse persino "Corro scalzo per sentire meglio cosa mi sussurra la strada". Vinse staccamdo gli avversari sotto l’obelisco di Axum, trafugato da Mussolini nel 1937 come trofeo del colonialismo italiano in Etiopia.  Vinse ancora le Olimpiadi di Tokyo dopo sei settimane da un intervento per appendicite, niente allenamenti, questa volta con le scarpe e facendo segnare il nuovo primato mondiale, in Giappone dove era venerato più di un dio.

Vinse ma poi finì in gabbia dopo l’incidente del 1969, paralizzato dalla vita in giù prima di morire 49 anni fa, a soli  41 anni, per un'emorragia cerebrale.


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