Triathlon è polemica per Sarzilla e Zane non convocati: 'Amareggiata e offesa'

C'è una forte polemica sui social per la mancata chiamata a MIchele Sarzilla e Ilaria Zane per le Olimpiadi 2024. Luca Sacchi, presidente del DDS-7MP Triathlon Team: «Decisione inaccettabile. Il ranking olimpico e i risultati delle gare raccontano una realtà ben diversa».
Triathlon è polemica per Sarzilla e Zane non convocati: 'Amareggiata e offesa'
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Parigi 2024 ha il gusto dolceamaro per il DDS-7MP Triathlon Team. La Federazione Italiana Triathlon ha ufficializzato le convocazioni dei cinque azzurri che rappresenteranno il nostro Paese alle sempre più vicine Olimpiadi nella capitale francese: Alice Betto, Verena Steinhauser e Bianca Seregni tra le donne; Gianluca Pozzatti e Alessio Crociani tra gli uomini. Riserve: Michele Sarzilla e Ilaria Zane.
 
I portacolori del DDS-7MP Triathlon Team al via dei Giochi saranno quindi due: Seregni e il cileno Gaspar Riveros, convocato dalla sua Nazionale la scorsa settimana. Una grande soddisfazione per tutta la squadra e lo staff tecnico, che in questi anni hanno accompagnato i due atleti in una crescita costante, fatta di performance e risultati. Anni in cui il sogno a cinque cerchi è diventato sempre più realtà.
 
Alla grande soddisfazione fa da contraltare la delusione di scoprire Michele Sarzilla tra le riserve. Il bergamasco è stata una delle anime del progetto olimpico del DDS-7MP Triathlon Team. Approdato al triathlon professionistico a 30 anni (ora ne ha 36), ha nuotato-pedalato-corso con l’entusiasmo di un debuttante e la maturità di un atleta esperto, sempre pronto a mettersi in discussione per migliorarsi e scalare le classifiche che contano. Con il suo 24° posto è il primo italiano nel ranking olimpico ed è l’azzurro che ha raccolto, negli ultimi due anni, i risultati migliori nelle competizioni internazionali.

Dati alla mano, quindi, la decisione federale di non inserirlo tra i convocati, pur legittima in base al regolamento che assegna la slot olimpica alla nazione e non al singolo atleta, ha fatto nascere più di una perplessità«Sono orgoglioso del lavoro fatto e dei risultati raggiunti dagli allenatori e dagli atleti della mia squadra durante i due anni di qualificazione olimpica – ha commentato Luca Sacchi, presidente del DDS-7MP Triathlon Team -. Al tempo stesso non posso che essere profondamente amareggiato per la convocazione di Michele Sarzilla come riserva olimpica e non come primo degli azzurri, contrariamente a quanto i risultati delle gare raccontano senza timore di smentita. Non voglio elencare quanto lo sport sia capace di insegnare ma sottolineare unicamente che accettare le sconfitte da un avversario migliore fa parte di questo elenco. Peccato che Sarzilla sia sempre stato davanti a chi prenderà il suo posto, fatta eccezione per la World Triathlon Cup di Roma del 2023. Con questa scelta, ufficializzata da un comunicato a mezzo sito internet, dopo una videocall su whatsapp, non programmata e mal organizzata, la Federazione, nella persona del suo presidente, del direttore tecnico e del direttore sportivo, certifica una pochezza umana che tengo a segnalare e che accompagna di pari passo una decisione tecnica – ma forse sarebbe meglio definirla politica – perlomeno discutibile».

La reazione sui social

Fin da ieri sera, su tutti i canali social, sono stati centinaia gli attestati di stima verso Sarzilla e lo sconcerto verso la scelta della FITri. Tra questi, anche quello dell’ultracyclist Omar De Felice, che ha così commentato: “Difficilmente mi espongo su questo tipo di scelte, ma questa è davvero vergognosa. Il ranking a cosa serve? A usare i ragazzi per acquisire punteggi e slot salvo poi lasciarli in panchina? Avete scelto di mettere in panchina il nostro miglior italiano, è assurdo! Non c’è una logica! Miglior italiano secondo il ranking e i risultati degli ultimi anni, almeno abbiate la decenza di dare una spiegazione mettendoci la faccia”.

Anche Ilaria Zane sui propri social si è lasciata andare ad un lungo sfogo fatto di delusione:

"La mia corsa verso l’olimpiade di Parigi 2024 si chiude qui.
Con il cuore devastato, devo farmi da parte, perchè non sarò parte del team che prenderà il via il triathlon più importante degli ultimi 4 anni.
Dopo un’infinita rincorsa, viaggi improbabili, gare conquistate di carattere, intossicazioni per acque contaminate, podi.. dopo aver sempre accettato le sfide più dure mettendoci la faccia, IO ho conquistato il 3° posto, non l’Italia. L’italia mi ha osannata, mi ha portata in palmo di mano, incoraggiando il mio percorso quando ormai era chiaro che il posto era praticamente sicuro, ma se dovessimo fare un salto indietro di qualche mese, eravamo pochi folli a crederci…e li abbiamo smentiti tutti. Perchè, amici miei, io per questa olimpiade mi sono qualificata, con lo sforzo, il sudore e le gare che nessuno voleva fare.

Due lunghi anni di gare, che mi hanno esposta a momenti di gioia e a tanti momenti nei quali mi son dovuta leccare le ferite e rimboccare le maniche per andare avanti. Sono la 26ima del ranking olimpico e 27ima del ranking al mondo (che premia l’andamento degli ultimi 12 mesi e mi posiziona come 2a italiana), questo non me lo porta via nessuno e ne vado orgogliosa.
Purtroppo però, ancora una volta, la scelta non ricade su di me, i “numeri” non supportano la mia presenza all’olimpiade, non sono riuscita a dimostrare abbastanza evidentemente. Sarò quindi la riserva, per la seconda volta.
È difficile accettare di aver fatto il gregario per tutto questo tempo senza esserne messa al corrente. Una volta terminato il compito mi è stato dato il benservito. È vero, non esiste italiano/a che abbia conseguito un criterio utile alla selezione automatica, tutto quindi veniva riposto nella discrezionalità del consiglio federale…bene, unica volta che forse era il momento di dimostrare un minimo di riconoscimento verso chi per questi due anni c’è sempre stato e ha scritto un percorso, hanno preferito affidarsi alle statistiche e ai numeri. E per chi non fosse chiaro, per loro ad oggi, son la n.4
Amareggiata, delusa, offesa, mi resta solo che far calare il sipario su questo triste spettacolo, prendermi del tempo per riflettere e andare avanti.

Un team prezioso mi ha circondata e sostenuta per tutti questi anni, ho preso scelte difficili e rotto rapporti con persone che reputavo importanti per me…c’è chi l’ha compreso subito e chi ci ha messo un po di più, ma il mio sogno verso questa olimpiade non sarebbe mai stato un successo, come invece si è rivelato, se non fosse stato per la mia famiglia, il mio fidanzato, il mio allenatore, fisioterapista, psicologa, compagna di allenamento, sponsor e chi si è aggiunto solo alla fine per lo “sprint” finale..Grazie a tutti, siete la mia ancora di salvezza ogni giorno. Mi dispiace non portare questo percorso al suo coronamento, lì a Parigi.
Un pensiero anche ai due miei piu grandi fan, che ho perso durante il percorso e che mi guardano da lassù “vedi nonno, io non ho mollato”


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