© Phototoday Il VO₂max e l’invecchiamento: si può rallentarne il declino?
Coach, il VO₂max è uno dei parametri più importanti per valutare la capacità aerobica di un atleta. Perché con l’età tende a diminuire?
Il calo del VO₂max è un processo naturale legato a diversi fattori. Con l’avanzare degli anni, la frequenza cardiaca massima si riduce, la gittata cardiaca diminuisce e il corpo diventa meno efficiente nell’utilizzo dell’ossigeno. Inoltre, la massa muscolare tende a calare, e con essa la capacità di mantenere alte prestazioni aerobiche.
È un declino inevitabile o si può rallentare?
Non possiamo fermarlo del tutto, ma possiamo rallentarlo in modo significativo. Un atleta che si allena in maniera costante e intelligente può mantenere un VO₂max elevato anche in età avanzata. Esistono strategie precise per contrastare questo processo.
Quali sono le strategie più efficaci per mantenere un buon livello di VO₂max nel tempo?
La prima è l’allenamento ad alta intensità. Le ripetute, le RaP (Ripetute alla Paci), l’interval training e i lavori a ritmo sostenuto stimolano il sistema cardiovascolare e mantengono alta la capacità di trasporto dell’ossigeno.
La seconda riguarda il volume di allenamento: non bisogna trascurarlo. Un buon equilibrio tra qualità e quantità aiuta a mantenere una solida base aerobica.
Poi c’è il potenziamento muscolare, spesso sottovalutato dai runner. Con il passare degli anni, la perdita di massa muscolare incide sul VO₂max. Lavorare sulla forza aiuta a conservare efficienza e prestazioni.
Infine, controllo del peso e recupero intelligente. Un eccesso di massa grassa peggiora il VO₂max relativo, mentre una gestione attenta del recupero permette di sostenere allenamenti di qualità senza sovraccaricare il corpo.
Ci sono atleti master che riescono a mantenere un VO₂max elevato?
Assolutamente sì. Runner ben allenati, anche dopo i 50 o 60 anni, conservano valori di VO₂max superiori a quelli di giovani sedentari. E non solo: pur con un lieve calo del VO₂max, molti atleti master continuano a migliorare le loro prestazioni grazie a un’ottima efficienza biomeccanica e a una gestione più strategica dello sforzo.
Quindi, il VO₂max non è l’unico fattore determinante per la performance?
Esatto. È un parametro importante, ma non è tutto. L’esperienza, la capacità di gestire il ritmo, l’efficienza della corsa e la resistenza muscolare sono elementi fondamentali. Anche con un calo del VO₂max, si può continuare a ottenere buoni risultati se si lavora sugli altri aspetti della performance.
In conclusione, il declino del VO₂max è una sentenza per gli atleti o c’è margine per continuare a migliorare?
Non è una sentenza. Il declino è inevitabile, ma il modo in cui lo affrontiamo fa la differenza. Chi si allena con metodo, alternando qualità e recupero, e cura anche la forza e il peso corporeo, può continuare a correre forte per molti anni. Non si tratta solo di “resistere all’invecchiamento”, ma di adattarsi e trovare nuove strategie per restare competitivi.
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