Vaccini, allarme dell'Oms sulla terza dose: "Iniqua e controproducente"

Ecco perché i richiami previsti dai Paesi più ricchi come Stati Uniti e Italia non solo non permetterebbero l'equa distribuzione dei vaccini ma favorirebbero anche la nascita delle varianti
Vaccini, allarme dell'Oms sulla terza dose: "Iniqua e controproducente"© LAPRESSE
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I paesi ricchi stanno facendo man bassa dei vaccini a scapito di quelli poveri e con conseguenze che non è difficile immaginare: la circolazione del virus favorirà la nascita di nuove varianti e dalla pandemia usciremo tutti molto più tardi. È questo quello che emerge da alcuni dati: nel mondo sono state somministrate quasi 4,8 miliardi di dosi di vaccino contro il Covid, eppure solo l'1,3% degli abitanti dei paesi in via di sviluppo ha ricevuto almeno un'iniezione. È quanto emerge dal monitoraggio della campagna di immunizzazione condotto da Our World in Data, secondo cui il 31,8% della popolazione mondiale ha ricevuto almeno una dose di vaccino e il 23,9% ha completato il ciclo di vaccinazione. Da qui l'ennesimo appello lanciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha condannato la corsa dei paesi sviluppati a una terza dose di richiamo mentre miliardi di persone nel mondo non hanno ricevuto neppure la prima.

Le parole degli esperti

Mike Ryan, direttore del programma di emergenza sanitaria dell'OMS, ha commentato la decisione degli Stati Uniti di fornire a tutti una terza dose: "Si stanno distribuendo giubbotti di salvataggio a persone che ne indossano già uno, mentre lasciamo annegare tutti gli altri sprovvisti di qualsivoglia protezione", ha dichiarato, utilizzando una metafora efficace nel tentativo di far capire quanto sia importante un'equa distribuzione dei vaccini. In fondo basta guardare i numeri: in Africa, ad esempio, solo il 4,4% della popolazione ha ricevuto una o due dosi di vaccino, con paesi che sono particolarmente in difficoltà. In Tanzania solo lo 0,18% delle popolazione è stata vaccinata. Soumya Swaminathan, chief scientist dell'Oms, a proposito di un richiamo ha dichiarato: "Al momento i dati non indicano il bisogno di una terza dose". Secondo l'esperta iniziare con i ‘booster' con buona parte del mondo ancora non immunizzata potrebbe essere addirittura controproducente: "Ci opponiamo fermamente alla terza dose per tutti gli adulti nei paesi ricchi, perché non aiuterà a rallentare la pandemia. Togliendo dosi alle persone non vaccinate i booster favoriranno l'emergere di nuove varianti". La posizione è stata ribadita da Bruce Aylward, un altro esperto dell'Oms. "Ci sono abbastanza vaccini per tutti, ma non stanno andando nel posto giusto al momento giusto. Due dosi devono essere date ai più vulnerabili in tutto il mondo prima che i richiami vengano dati a chi ha completato il ciclo, e siamo ben lontani da questa situazione". L'appello dell'Organizzazione Mondiale della Sanità è tuttavia caduto nel vuoto. Le autorità statunitensi, avvertendo che l'efficacia della vaccinazione è scemata nel tempo, hanno dichiarato ieri di aver autorizzato i richiami per tutti gli americani dal 20 settembre. Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'Italia, che si avvia ad approvare la terza dose di vaccino Covid innanzitutto per immunodepressi e soggetti altamente fragili.

 


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