Joe Blair, lo sfogo dell'ex cestista: "Fermato dalla polizia perché sono nero"

L'ex protagonista del basket italiano ha vissuto una disavventura mentre era con i figli a Pesaro: le sue parole
Joe Blair, lo sfogo dell'ex cestista: "Fermato dalla polizia perché sono nero"
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Joe Blair, celebre ex campione di basket (che ha giocato anche nella Scavolini di Pesaro e con altre squadre italiane), è stato fermato per dei controlli da parte della polizia a Pesaro. Dopo l'accaduto, ha affidato il suo racconto ad una Instagram story, che in breve tempo è diventata virale sui social. "Mi hanno controllato perché ho la pelle nera", ha affermato l'ex sportivo ed allenatore alla Nba, per poi proseguire dicendo: "quando hanno capito chi ero hanno detto 'sei l'ex giocatore, allora ti lasciamo andare". Un episodio che ricorda ciò che avvenuto poco tempo fa al calciatore del Milan Bakayoko. Blair, che attualmente si trova in Italia per trascorre un periodo di vacanza insieme ai figli, si trovava dinanzi una lavanderia quando gli agenti di polizia gli hanno chiesto i documenti.

Il racconto di Blair

"Sono fuori da una lavanderia con i miei figli. passa la polizia che si ferma per chiederci i documenti: gli do la mia patente americana e dopo avere controllato tornano e mi dicono 'Tu sei l'ex giocatore di basket, allora ti lasciamo andare'". La domanda che si pone l'allenatore è: "Se non fossi stato un ex giocatore, ma semplicemente una persona nera che gira per questa città sarebbe stato un problema. Non va bene questa cosa noi come umani dobbiamo essere meglio di così. Io non ho mai avuto nessun problema del genere a Pesaro e mi dispiace tanto. Come sapete c'è un gran pezzo del mio cuore in questa città".

La replica del sindacato della Polizia

Il sindacato di polizia Silp Cigl afferma: "Probabilmente per uno strano incrocio di destini e provenienza hai immaginato al momento del fermo che la polizia italiana potesse essere simile a quella americana. Errore. La polizia italiana è talmente avanti e porta come scorta errori del passato, che le permettono oggi di essere una polizia civile e democratica, e guarda che ti dico: a volte fin troppo. Evidenza ne sono i soprusi ed i feriti che molti lavoratori in divisa sono costretti a tollerare, per via di mille telecamere che riprendono ogni gesto, ogni parola, per racimolare like sui social. Il vero problema è forse che non ti avranno chiesto un selfie o una maglia in omaggio". "Qui non ci sono George Floyd ed il black live matter da noi non ha ragion di esistere per quanto è civile, garantista e democratica la nostra polizia. A Pesaro ancor di più. Quindi se proprio ci tieni, chiedi un incontro con i poliziotti che ti hanno controllato, fa una diretta instagram e chiarisci ma soprattutto racconta la verità", ha insistito il Slip. 


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