Nuovo Dpcm, i 21 criteri che fanno cambiare colore a una regione

Sulla base di precisi indicatori vengono raccolti i dati da censire e condividere con la cabina di regia, poi viene deciso il livello di rischio
Nuovo Dpcm, i 21 criteri che fanno cambiare colore a una regione© ANSA
4 min

L'Italia s'è colorata e sicuramente era meglio prima. L'emergenza da Coronavirus ha fatto anche questo, dando diverse tonalità alla penisola a seconda delle zone più colpite o meno dal virus. Le regioni rosse sono quelle più a rischio, poi le arancioni e infine le gialle, quelle più sottocontrollo. Ma come una regione può cambiare di colore? Esiste un meccanismo che si fonda su 21 indicatori contenuti nel Dpcm del 30 aprile. I dati vengono raccolti dalle regioni sulla base degli indicatori, li censiscono e li condividono con la cabina di regia (composta dal consigliere del ministro Giovanni Rezza e da altri 6 soggetti) che li elabora sulla base di un algoritmo. Quindi, la cabina li rimanda alle regioni per una seconda validazione e, solo a questo punto, viene pubblicato il livello di rischio finale.

I 21 indicatori per il colore delle regioni

1) indicatori riguardanti la capacità di monitoraggio tra cui, numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo; numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla terapia intensiva) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla terapia intensiva) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo; numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in terapia intensiva/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo; numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

Indicatori sui contatti 

Indicatori sulla capacità diagnostica e sulla gestione dei contatti tra cui: percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il re-testing degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting per mese; tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi; tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale); numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracìng; numero di casi confermati di infezione nella Regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.

Indicatori sui servizi sanitari

Indicatori sulla trasmissione e la tenuta dei servizi sanitari tra cui: numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni; Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata dell'Iss; numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella Covid-net per settimana (opzionale); numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata Covid-19 per giorno; numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito); numero di nuovi casi di infezione confermata da Sars-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note; numero di accessi al PS con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a Covid-19 (opzionale); tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva per pazienti Covid-19; tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti Covid-19.


© RIPRODUZIONE RISERVATA