Coronavirus, allarme dalla Gran Bretagna: la nuova variante mette a rischio i vaccini

Dai test compiuti è emerso che la mutazione compare nel 59% dei contagi registrati nell'est dell'Inghilterra, con un picco del 62% a Londra. Sono stati notati mutamenti genetici nella proteina spike
Coronavirus, allarme dalla Gran Bretagna: la nuova variante mette a rischio i vaccini© EPA
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LONDRA (Regno Unito) - La mutazione del Coronavirus che si sta diffondendo in Gran Bretagna crea apprensione in seno alla comunità scientifica e non solo: la nuova variante del Sars-CoV-2, ben più contagiosa di quelle finora conosciute, sarebbe alla base del drastico aumento di positivi nel Paese e potrebbe mettere a rischio l'utilità del vaccino. Dai test compiuti, infatti, è emerso che la mutazione compare nel 59% dei contagi registrati nell'est dell'Inghilterra, con un picco del 62% a Londra. 

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Coronavirus, la variante B.1.1.7

Il gruppo di Ralph Baric all’università del North Carolina, uno dei più grandi esperti di Coronavirus, ha analizzato la mutazione D614G, quella responsabile della seconda ondata. I ricercatori hanno evidenziato come nuove varianti del virus potranno emergere continuamente, eludendo così gli anticorpi generati dal vaccino. I ricercatori affermano che "è importante identificare subito l’emergere di nuove varianti, soprattutto nel momento in cui l’immunità di gregge o altri interventi attivi da parte dell’uomo altereranno le pressioni selettive sul genoma del virus”. Il nuovo ceppo comparso nel Regno Unito, battezzato B.1.1.7, è stato osservato la prima volta nel Kent lo scorso 20 settembre, moltiplicando da allora le sue apparizioni, che si attestano oggi a 1.623 campioni (519 a Londra, 555 nel Kent, 545 nel resto del Paese e 4 all’estero).

"Cambiamenti genetici nella proteina spike"

"Abbiamo notato un numero sorprendentemente grande di cambiamenti genetici, specialmente nella proteina spike (quella contro cui è diretto il vaccino, ndr). Tre di queste mutazioni hanno potenziali effetti biologici”, affermano i ricercatori in riferimento alla capacità di infettare e di provocare sintomi gravi. Inoltre, la variante N501Y potrebbe “aumentare l’affinità con il recettore Ace”, facilitando l’ingresso del Coronavirus nelle nostre cellule. 

"La nuova variante circola da settembre"

I responsabili delle autorità sanitarie in Gran Bretagna indicano che secondo alcuni studi la nuova variante del Coronavirus comparsa nel Paese era probabilmente presente a Londra o in Kent già a metà settembre. Entro la metà di novembre circa il 28% dei casi a Londra derivava dalla nuova variante, ed entro il 9 dicembre la percentuale era molto più alta. "Quando il virus cambia il suo metodo d'attacco, dobbiamo cambiare il nostro metodo di difenderci". Il premier britannico Boris Johnson ha risposto così alla domanda posta da una giornalista di Bbc sul cambio di strategia nei confronti della pandemia del Covid-19, appena tre giorni dopo aver detto che "cancellare il Natale" sarebbe stato "disumano". Johnson si è detto "amaramente dispiaciuto", ma ha aggiunto che "quando i fatti cambiano bisogna cambiare il proprio approccio", citando la velocità di trasmissione del nuovo ceppo del virus.

"Potrebbe essere presente anche all'estero"

La nuova variante del Coronavirus riscontrata nel Regno Unito "potrebbe essere presente anche all'estero". Lo ha sottolineato il consigliere scientifico del governo britannico Patrick Vallance. "I virus mutano continuamente, ci sono molte mutazioni nel mondo. questa è una particolare costellazione di mutamenti che riteniamo importante - ha spiegato -. Pensiamo che potrebbe essere presente in altri Paesi, ma qui ve n'è una concentrazione. Potrebbe avere avuto origine qui, non lo sappiamo per certo".


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