Polemiche da parte degli addetti ai lavori degli sport invernali e tra i paesi interessati, dopo che il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021, data di scadenza del Dpcm del 14 gennaio 2021. "Il blocco dello sci di stasera per domani è gravissimo - dice Marco Bussone, presidente nazionale dell'Unione dei Comuni, comunità ed enti montani (Uncem) - la stagione è finita, per molti operatori che in questi istanti mi hanno confermato che non apriranno più. Il no all'apertura degli impianti, arrivato in questi minuti, non trova d'accordo i Comuni montani, insieme a tutti gli operatori economici. Abbiamo buttato al vento milioni di euro in quest'ultima settimana. Uno spreco. Ora contiamo i danni. Che in settimana dovranno essere rimborsati con adeguati ristori. Per il personale serve immediatamente un'indennità, la cassa integrazione. Il governo Draghi si attivi immediatamente".
Le spiegazioni e la promessa del ministero
Il provvedimento, spiega il ministero della Salute, tiene conto dei più recenti dati epidemiologici comunicati venerdì 12 febbraio dall'Istituto Superiore di Sanità, attestanti che la variante VOC B.1.1.7 (conosciuta anche come 'variante inglese' e caratterizzata da maggiore trasmissibilità, rappresenta una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi. La preoccupazione per la diffusione di questa e di altre varianti del virus, precisa il ministero, ha portato all'adozione di misure analoghe in Francia e in Germania. Oltre alle spiegazioni arriva però anche una sorta di promessa: "Il Governo - afferma il ministro Speranza - si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori".
Delusione tra le Regioni
Una rassicurazione che non placa però la delusione della Conferenza delle Regioni: "Per l'economia è una mazzata all'ultimo secondo, perché dopo due rinvii arriva un altro stop - afferma Daniele D'Amario, coordinatore della Commissione speciale Turismo e Industria alberghiera -. Le Regioni in zona gialla si erano organizzate per attuare un protocollo di sicurezza e ingaggiare personale adeguato, ma si rispegne una macchina che si era messa in moto nel rispetto delle regole".
La Fisi all'attacco
Parole dure arrivano poi dalla Fisi, la Federazione italiana degli sport invernali: "Ci vogliono più serietà e più correttezza - commenta il presidente Flavio Roda -. Ancora una volta la tempistica dell'informazione sembra non aver rispetto per gli italiani che lavorano. La scorsa settimana il Cts ha dato l'ok alla riapertura delle stazioni, adesso ci troviamo alle 19.30 della sera prima della riapertura con questa ordinanza che chiude tutto. Le stazioni hanno investito molto per preparare piste, assumere personale, per organizzarsi con gli albergatori. Sono stati investiti moltissimi soldi e ancora una volta il nostro mondo viene duramente penalizzato. Solo lo sci infetta?".