Myers compie 50 anni: "Per emergere ho fatto il doppio, grazie Petrucci"

L'ex cestista, campione d'Europa con l'Italia nel 1999, ripercorre le tappe di una carriera lunga e vincente in vista dello speciale compleanno
Myers compie 50 anni: "Per emergere ho fatto il doppio, grazie Petrucci"© FOTO SCHICCHI
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ROMA - Carlton Myers, icona della pallacanestro italiana, portabandiera azzurro alle Olimpiadi di Sydney del 2000, campione d'Europa nel 1999 e fedele della Chiesa Cristiano Evangelica Pentecostale, compierà 50 anni il prossimo 30 marzo: occasione per ripercorrere in un'intervista le tappe della sua carriera, ma anche della sua vita personale. Un percorso, quello cestistico, iniziato a 9 anni quando lasciò Londra dove era nato da padre caraibico e madre italiana per trasferirsi a Rimini: "Il colore della pelle mi ha creato qualche difficoltà, niente di irreparabile o invivibile. Non è stato comunque facile, ho dovuto rendere il doppio degli altri, ma il Signore è sempre stato con me e mi ha dato la forza di non arrendermi mai anche davanti a episodi magari non eclatanti ed evidenti, ma più sottili e invisibili che solo io potevo percepire. Myers riconosce che il suo arrivo in Italia è avvenuto in un momento di benessere nel nostro Paese: "Adesso si arriva in un Paese sofferente e anche insofferente, negli anni '80 c'era un benessere economico fiorente e poi io avevo la mamma , la nonna, i miei cugini, la sera avevo un letto, ero curato e facevo una vita normale e comunque avevo anche mio papà seppure in Inghilterra ".

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Myers: "Grazie Petrucci. Razzismo? Ci sarà sempre"

Secondo Carlton Myers:"il razzismo ci sarà sempre nel mondo, purtroppo ...", anche se per lui e' stato tutto un pò diverso grazie anche all'operato dell'allora Presidente del Coni Gianni Petrucci, che lo scelse per l'importante ruolo ai Giochi del 2000 dopo la vittoria dell'Europeo della squadra di Bosha Tanjevic nel 1999. Famosa la scena di Myers con il pallone sotto la maglia dopo la finale vinta a Parigi. "Se sono riconosciuto ancora oggi per le strade è grazie a Petrucci. Mi ha sempre detto che sarei stato ricordato soprattutto per i successi con la Nazionale, mi ha sostenuto nell'estate del '98 in circostanze nelle circostanze nelle quali avevo giustamente tutti contro e per questo non l'ho ringraziato abbastanza".

Myers: "Europeo 1999 il mio miglior momento"

Sul rapporto coi giornalisti, l'ex stella di (fra le tante) Scavolini, Rimini e Fortitudo Bologna, asserisce che: "... sono stati i miei più grandi motivatori, soprattutto quelli più critici. Mi hanno alimentato, li ho sempre visti come nemici ma utili al mio scopo. Alcune cose che scrivevano non erano vere, mi ferivano, ma non lo facevo vedere e questo dava ancora piu 'fastidio ". Un pensiero ai momenti belli e a quelli brutti della sua lunga carriera: "Il momento più buio e' stato dopo la finale 1 contro Treviso quella volta che abbiamo poi con la Fortitudo vinto il titolo (contro cinque finali perse in carriera tra cui la famosa con il tiro da 4 di Danilovic, ndr), quelli belli è facile ricondurli allo scudetto, all'Europeo vinto con la Nazionale ed all'emozione della sfilata a Sydney. Allenatori? Papini il primo, Cardaioli, Pasini, Bernardi, Bianchini, Tanjevic, Messina, Recalcati in ordine sparso, ognuno è stato fondamentale. Giocatori? Mi sono sentito protetto l'anno di Vrankovic alla Fortitudo, c'era un totem in mezzo all'aria, avevo grande feeling con Darnell Valentine nei primi anni a Rimini e sono ancora legato affettivamente a Basile e Bonora".

Myers fra sfide scudetto, famiglia, Gesù e NY Knicks

La sua personale battaglia contro le finali scudetto lo vede sotto, ammettendo che forse almeno un altro nel suo palmares ci sarebbe potuto stare, ma poi riflette: "Uno scudetto o due in più avrebbe cambiato la gente su di me?  E chissà come sarebbe andata nel 1994 se avesse accettato quel provino per i New York Knicks"Ero alla ricerca dello scudetto, mi sembrava un obiettivo incompiuto senza il quale non avrei potuto pensare ad altro. Non ho alcun rimpianto perchè non avrei avuto mia moglie Milena, i miei figli Joel e Naigel e soprattutto non avrei accettato Gesù Cristo nella mia vita come mio personale salvatore ". La religione è una componente fondamentale nella vita di Myers, convertitosi nel 2003, ma dopo 20 anni dal periodo in cui la nonna Anna lo invita a leggere la Bibbia. "La prima me l'ha regalata che avevo 16 anni, aveva piantato il seme che poi è sbocciato. La mia piu' che una religione, la considero fede in Gesù'".

Myers e il sociale: il rapporto con San Patrignano

Myers è partito dalla pallacanestro giocata per occuparsi anche, e con successo, di sociale: infatti il suo nome è legato anche a quello di San Patrignano dal 2010. L'ex cestista confessa di non aver visto la serie "SanPa" che tanto ha fatto discutere. "Credo che la dipendenza sia difficile da sconfiggere, penso anche che in qualche occasione siano stati usati metodi poco ortodossi. Ma quante vite sono state salvate e quante perdute? Come ogni cosa, ci sono i pro ei contro, ma so cosa avrei chiesto a Vincenzo Muccioli se lo avessi conosciuto e se fossi stato un genitore che in quel momento aveva quel problema ". Il recordman di punti partita in campionato ( ne segnò 87 contro Udine in maglia Rimini contro Udine nel '95) non è attratto dall'idea di tornare su un parquet a qualsiasi titolo, ma ormai da tempo "sfrutta" la sua immagine e la sua competenza, ad esempio come Ambassador della Ferrero per il progetto Kinder + Sport, per promuovere i giovani e la pallacanestro. "Spero di essere un punto di riferimento per i giovani quando mi vedono ai camp che organizziamo, spero di dare un buon esempio quando interagisco con loro".
(Italpress)


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