E i gradi di capitano sono finiti a Polonara.
«Io credo che nella vita ci sia sempre un perché che giustifica ciò che accade. Achille è passato attraverso il momento buio della malattia da cui è uscito con quella forza che tutti gli riconosciamo. Aveva un ostacolo da superare che non erano avversari in canottiera. Lo ha fatto con determinazione e dignità. Ora è più forte di prima, dentro e come giocatore. La partita in Ungheria da capitano la meritava e deve godersela».
«Io credo che nella vita ci sia sempre un perché che giustifica ciò che accade. Achille è passato attraverso il momento buio della malattia da cui è uscito con quella forza che tutti gli riconosciamo. Aveva un ostacolo da superare che non erano avversari in canottiera. Lo ha fatto con determinazione e dignità. Ora è più forte di prima, dentro e come giocatore. La partita in Ungheria da capitano la meritava e deve godersela».
Questa Italia che difende senza mollare mai ha la faccia sbarazzina di Pajola, non crede?
«Mi viene da ridere perché vedevo Hanga prima della partita e leggevo sul suo volto la decisione di chi è pronto a recitare da leader. Poi ha incontrato sulla sua strada Pajo... Alessandro è un vero fuoriclasse. Non solo in difesa, dove ha la capacità di anticipare ciò che l'attaccante sta per compiere, ma anche in attacco. Se avessi avuto giocatori come lui, come Petruccelli e altri in Eurolega le cose, ne sono sicuro, sarebbero andate diversamente. Mi ricorda Basile, con le dovute differenze tra i due. I classici giocatori che sono al posto giusto, al momento giusto. E sanno sempre cosa fare».
Adesso la Nazionale si fermerà fino al preolimpico di Luglio. La preoccupa la cosa?
«No, per niente. Ora si riparte con Eurolega e campionato. E la testa e il cuore dei ragazzi saranno lì. Poi arriverà il momento delle decisioni. La mia filosofia sarà sempre la stessa: scegliere i migliori ma non in assoluto. Piuttosto per quanto possono far alzare il rendimento totale della squadra, così da costruire un gruppo sempre migliore e affidabile. Non esiste preclusione verso nessuno, ma proprio perché ci rivedremo per preparare il preolimpico sarà essenziale avere una squadra che si conosce. Le basi, le fondamenta su cui costruire, saranno quelle solide di sempre».
«Mi viene da ridere perché vedevo Hanga prima della partita e leggevo sul suo volto la decisione di chi è pronto a recitare da leader. Poi ha incontrato sulla sua strada Pajo... Alessandro è un vero fuoriclasse. Non solo in difesa, dove ha la capacità di anticipare ciò che l'attaccante sta per compiere, ma anche in attacco. Se avessi avuto giocatori come lui, come Petruccelli e altri in Eurolega le cose, ne sono sicuro, sarebbero andate diversamente. Mi ricorda Basile, con le dovute differenze tra i due. I classici giocatori che sono al posto giusto, al momento giusto. E sanno sempre cosa fare».
Adesso la Nazionale si fermerà fino al preolimpico di Luglio. La preoccupa la cosa?
«No, per niente. Ora si riparte con Eurolega e campionato. E la testa e il cuore dei ragazzi saranno lì. Poi arriverà il momento delle decisioni. La mia filosofia sarà sempre la stessa: scegliere i migliori ma non in assoluto. Piuttosto per quanto possono far alzare il rendimento totale della squadra, così da costruire un gruppo sempre migliore e affidabile. Non esiste preclusione verso nessuno, ma proprio perché ci rivedremo per preparare il preolimpico sarà essenziale avere una squadra che si conosce. Le basi, le fondamenta su cui costruire, saranno quelle solide di sempre».