Il Cagliari riporta a galla l'idea del nuovo stadio

La più grande scommessa possibile per una realtà come Cagliari torna d'attualità. Il club di Giulini sta preparando un progetto che regalerà a squadra e tifosi un altro futuro
Il Cagliari riporta a galla l'idea del nuovo stadio© LaPresse
Vincenzo Sardu
5 min

E' passata quasi inosservata la battuta. O meglio, tutti l'hanno sentita ma i sardi si fanno distrarre spesso da cose all'apparenza più urgenti che, invece, tali non sono se si abbraccia una visione proiettata verso il futuro. Stefano Filucchi, vice presidente del Cagliari, è un personaggio importante non solo per il ruolo che ha oggi. Professionista apprezzato in tutta la sua carriera di uomo delle istituzioni, di manager di aziende private di grande livello, a questi riconoscimenti non è arrivato per caso. E il dosaggio delle parole, per quantità e contenuti, è una caratteristica che ha contribuito a contraddistinguerlo. Ecco perché quando tre sere fa, nel salotto tv di Videolina, ha pronunciato questa frase, chi sa separare la stretta attualità dalla strategia a largo raggio ha capito che in gioco sta per tornare l'elemento che può fare la differenza fra una onesta e pulita vita da partecipanti in serie A a una da protagonisti nello stesso contesto.

 

Dice Filucchi: "Al termine della stagione in corso daremo via ai lavori per il nuovo stadio, che presumibilmente sorgerà dove oggi c'è il Sant'Elia. Il che ci metterà nelle condizioni di dover cercare un impianto dove giocare nel frattempo che si effettuano i lavori e a tale riguardo lo stadio di Is Arenas mi sembra una possibilità concreta". Filucchi, lo ha chiarito, nella parte in cui ha indicato lo stadio quartese ha espresso una valutazione personale. Ma in Sardegna lo sanno tutti che non esistono impianti alternativi al Sant'Elia, escluso Is Arenas. Dunque, scollegare le due cose sarebbe sbagliato.

 

Punto fondamentale della partita, la società vuole realizzare un nuovo stadio. Il che non è una novità assoluta, già ne accennò lo stesso Tommaso Giulini e in modo più approfondito fecero alcuni degli uomini inseriti nel nuovo board rossoblù. La rivoluzione zemaniana e gli eterni patemi per il vecchio e cadente Sant'Elia hanno combinato un mix tale da distogliere l'interesse dalla strategia futura. Che Giulini però ha sempre avuto chiara in mente: a maggior ragione per una realtà come Cagliari, è imprescindibile dotarsi di un impianto moderno fatto non soltanto per il calcio e non soltanto per diciannove partite a campionato ma fruibile sette giorni su sette.

 

E' sicuro che in gran segreto si stanno elaborando i progetti. La sensazione è che si punti su un impianto fra i venticinquemila e i trentamila posti tutti al coperto, pensato secondo la concezione tedesca e inglese, dove ci si va non soltanto per tifare la squadra ma per passare la giornata in un posto pieno di servizi, di iniziative, di occasioni per il tempo libero, il ristoro e l'accoglienza. E' altrettanto sicuro che alcuni di questi input sono stati già fatti pervenire all'amministrazione comunale, che sarà partner "non pagante" del progetto nel rispetto della legge statale. Giulini sta mettendo insieme le armate che dovranno garantire i mezzi economici e imprenditoriali per realizzare l'opera. Corre voce di coinvolgimenti a livello imprenditoriale locale (settore costruzioni e comunicazioni) ma anche a nomi che scandalizzerebbero poco, visto i rapporti, come quello di Massimo Moratti per esempio, amico personale di Giulini, imprenditore che in Sardegna ha il suo core business e che potrebbe essere stuzzicato dall'idea di fare per la Sardegna qualcosa "di più" come fece negli anni '60 suo padre Angelo.

 

Giulini di sicuro non caverà mezza sillaba sull'argomento sino a fine stagione. Magari qualche spiffero uscirà ma lo stile del presidente è quello: chistionai pagu e traballai meda, come ha scritto nella pubblicità della campagna abbonamenti, parlare poco e lavorare molto. Il silenzio è, sarà utile anche per interfacciarsi con tutte le istituzioni interessate al fine di non inciampare ancora sulla burocrazia e sugli ostacoli che hanno già fatto abortire una volta l'idea di un momentaneo trasferimento a Is Arenas. Le ragioni di tutti quegli ostacoli ancora non sono venute alla luce, è certo che oltre quelle logiche ce ne sono state diverse che di logico e di concreto non avevano proprio a. Fare le cose in silenzio potrebbe aiutare il dialogo, la comprensione e la linearità del percorso burocratico, avendo il vantaggio di conoscere già bene tutte le imposizioni che la Commissione Provinciale di vigilanza ha dato per aprire Is Arenas.

 

Insomma, il famoso nuovo stadio di proprietà - o in concessione pluridecennale che praticamente è la stessa cosa - che per una carenza diplomatica e per tanti sgambetti ingiustificati non è riuscito a fare Massimo Cellino, ora può farlo Tommaso Giulini. Ai tifosi spetta assecondare la parte accessoria del ragionamento fatto in tv da Filucchi. "Il nostro pubblico deve starci sempre vicino perché questa è la chiave di volta per farci capire che una grande scommessa come quella di un nuovo stadio, è possibile, giustificata anche agli occhi di istituzioni e imprenditori". Stare vicini al Cagliari per il presente ma soprattutto per un grande futuro. E' una bella scommessa, in effetti.


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