Gea, Moggi attacca: «Ora mangiatevi il fegato»

L'ex direttore generale della Juve attacca: «Non si tratta di prescrizione, dovrebbero vergognarsi tutti coloro che continuano a parlare a modo loro»
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ROMA - Dopo la sentenza della V sezione della Cassazione, che ha anato la condanna emessa per Moggi e il figlio Alessandro nel processo d’Appello sulle presunte irregolarità legate all’attività della Gea, l'ex direttore generale della Juve ha parlato ai microfoni di Radio Manà Manà: "In tanti rimangono male se io vengo assolto, non mi importa niente, ma l’importante è che il mio casellario giudiziario è pulitissimo. Non si tratta di prescrizione, è stato assolto il punto d’accusa sulla violenza privata al calciatore Blasi, a me interessava uscirne fuori; pensate che si partiva da un’associazione a delinquere e invece cosa era rimasto: una violenza perché non avevo pagato lo stipendio ad un calciatore che veniva da 6 mesi di squalifica per un caso di doping".

Moggi poi attacca: "Dovrebbero vergognarsi tutti coloro che continuano a parlare a modo loro, e a scrivere le cose a modo loro. Della Juventus mi sembra che la Gea avesse due calciatori , un nazionale italiano Tacchinardi e uno rumeno Mutu, preso a parametro zero e rivenduto dalla Juve a 9 milioni, quindi tutto sommato penso a tutti quelli che parlavano di un’enorme quantità di calciatori sotto contratto con la Gea, ennesima bugia tra le tante dette a quel tempo: io non voglio andare dietro a questa gente, che ora si mangia il fegato davanti a queste sentenze e non do spiegazioni a nessuno di loro, anche perché queste persone non hanno il coraggio di guardarsi allo specchio mentre io certamente lo posso fare".

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