Mancini: Adesso Boskov riabbraccerà Mantovani
Il ricordo dell’allenatore del Galatasaray al Corriere dello Sport-Stadio
di Roberto Mancini
Da qualche anno il nostro caro Vujadin non stava bene e purtroppo il momento più brutto è arrivato, quello dell'addio. Ci eravamo preparati tutti, noi ragazzi della Samp, ma poi quando arriva la notizia il cuore si spezza perché non c'è più una persona importante, che faceva parte della nostra e della mia vita. Il primo pensiero va alla famiglia, alla moglie, ai figli, ai nipotini che sentiranno la mancanza di un marito, di un padre, di un nonno meraviglioso.
Abbiamo avuto tutti la fortuna di incontrare una persona speciale e di condividere con lui momenti indimenticabili. Per me era un vero fratello maggiore, a Genova avevo anche un secondo padre, il presidente Mantovani, e quindi per me è un momento molto triste. Con Boskov ho vinto tutto, o quasi: già, quella Coppa dei Campioni persa ai supplementari, e chi se la può dimenticare? Eppure la sua forza di allenatore era anche quella di far diventare bello e divertente un evento negativo. Sapeva come prendere tutti perché tutti, per lui, eravamo dei figli. Ricordo quando mi chiese di fare l'attaccante puro: mi ribellai, dicendogli che quel ruolo non mi piaceva e lui mi rispose: «Va bene, allora tu da domani sei attaccante...libero». Naturalmente feci la punta pura. Un giorno mi disse che Fusi avrebbe marcato Gullit e io gli risposi che Luca non ce l'avrebbe fatta. «Va bene, lo faccio marcare a Vierchowod». Naturalmente Fusi anò l'olandese.
C'è una sola cosa bella, ora: Vujadin ritroverà Mantovani in cielo e potranno divertirsi ricordando tutti i nostri successi.
© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di CalcioDa qualche anno il nostro caro Vujadin non stava bene e purtroppo il momento più brutto è arrivato, quello dell'addio. Ci eravamo preparati tutti, noi ragazzi della Samp, ma poi quando arriva la notizia il cuore si spezza perché non c'è più una persona importante, che faceva parte della nostra e della mia vita. Il primo pensiero va alla famiglia, alla moglie, ai figli, ai nipotini che sentiranno la mancanza di un marito, di un padre, di un nonno meraviglioso.
Abbiamo avuto tutti la fortuna di incontrare una persona speciale e di condividere con lui momenti indimenticabili. Per me era un vero fratello maggiore, a Genova avevo anche un secondo padre, il presidente Mantovani, e quindi per me è un momento molto triste. Con Boskov ho vinto tutto, o quasi: già, quella Coppa dei Campioni persa ai supplementari, e chi se la può dimenticare? Eppure la sua forza di allenatore era anche quella di far diventare bello e divertente un evento negativo. Sapeva come prendere tutti perché tutti, per lui, eravamo dei figli. Ricordo quando mi chiese di fare l'attaccante puro: mi ribellai, dicendogli che quel ruolo non mi piaceva e lui mi rispose: «Va bene, allora tu da domani sei attaccante...libero». Naturalmente feci la punta pura. Un giorno mi disse che Fusi avrebbe marcato Gullit e io gli risposi che Luca non ce l'avrebbe fatta. «Va bene, lo faccio marcare a Vierchowod». Naturalmente Fusi anò l'olandese.
C'è una sola cosa bella, ora: Vujadin ritroverà Mantovani in cielo e potranno divertirsi ricordando tutti i nostri successi.