Pesaola, una vita da film

Il regista premio Oscar Paolo Sorrentino si è ispirato al Petisso per il personaggio del Molosso ne «L'uomo in più»
Pesaola, una vita da film© ANSA
Furio Zara
2 min

ROMA - Non di soli cappotti di cammello visse l’uomo, ma di molto altro: così il Petisso, al secolo Bruno Pesaola (28 luglio 1925-29 maggio 2015) figlio di
un emigrante marchigiano nato nel quartiere Boca di Buenos Aires, personaggio letterario, giocatore di carte compulsivo, fumatore incallito
(oltre le quaranta al giorno), uno di quelli che hanno avuto la fortuna di scegliere il loro posto delle fragole. Per lui: Napoli. Infatti amava
definirsi così: «Sono un napoletano nato all’estero». Tra i molti ricordi con cui giustamente verrà celebrato oggi l’allenatore che portò i primi
trofei nella bacheca del Napoli (la Coppa Italia 1961-62) e che vinse due scudetti, ci piace qui ricordare l’omaggio che ne ha fatto il regista 
Paolo Sorrentino (napoletano, tifoso del Napoli, nei secoli fedele a Maradona, c’è un tributo anche in «Youth») in «L’uomo in più» (1991), la
sua opera prima. Nella scena che segue i titoli di apertura, la scena-cult è lo sproloquio con cui il «Molosso» (personaggio liberamente ispirato a
Pesaola) si scaglia contro i suoi giocatori. Era uno stratega, un Mourinho prima di Mou, un uomo che sapeva stare al
mondo, un allenatore serio che amava prendersi in giro. Il dialogo che segue - tratto da «L’Uomo in più» - vede il Molosso e Antonio Pisapia
(il protagonista, un calciatore timido, introverso, triste e orgoglioso) faccia a faccia.

Il Molosso: «Becchi uno come Platini, lancio lungo, difesa saltata. Oppure becchi uno come me, e tu la partita la perdi». 
Antonio Pisapia: «Non perdo, perché i miei giocatori corrono più dei tuoi. Fanno le ripetute. Per correre 90 minuti ad un certo ritmo bisogna
allenare il cuore prima dei muscoli, sono i principi dell'aerobica». Il Molosso: «E a centravanti chi gioca, Jane Fonda?
Antonio Pisapia: «Albè, tu giochi ancora catenaccio e contropiede!» Il Molosso: «Antò, il Molosso con catenaccio e contropiede ha vinto due
scudetti e una coppa Italia!» (Piccola bugia, di scudetti ne vinse uno, con la Fiorentina, due invece le Coppe Italia, con Napoli e Bologna)

 


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