Calcio violento, tutti a lezione da Farina© ANSA

Calcio violento, tutti a lezione da Farina

Il responsabile della Can-B ha spiegato a Coverciano che i duri in campo saranno stroncati. Ma intanto il Cagliari perde Dessena dopo un intervento del bresciano Coly che gli frantuma tibia e perone. E non viene nemmeno espulso.
di Tullio Calzone
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Chissà se il responsabile della CAN-B, Stefano Farina, avrà riascoltato le parole profetiche della sua brillante lezione tenuta a Coverciano ai giornalisti professionisti che seguono il campionato cadetto accorsi da tutta Italia per imparare finalmente qualcosa di concreto. «Stroncheremo il gioco violento con forza e lo combatteremo in tutti i modi possibili», aveva tuonato l’ex arbitro genovese pochi giorni fa nell’Aula magna del centro federale alla presenza del presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, e del presidente Andrea Abodi, l’ideatore dell’incontro finalizzato a migliorare le cose e, magari, a dare la giusta interpretazione dei fatti, in campo e nei commenti di chi li racconta. 

Già, i fatti, l’unica prova concreta della realtà, al di là delle interpretazioni istantanee e delle valutazioni psicoterapeutiche a cui spesso sono costretti a ricorrere i direttori di gara per avvicinarsi alla verità e per difendere, magari, la propria discrezionalità. Ma come verrà giudicato La Penna di Roma dopo aver sanzionato con un giallo l’intervento del bresciano Coly che ha frantumato tibia e perone al povero Dessena, capitano del Cagliari, poi travolto a Brescia? Possibile che un intervento così violento, commesso evidentemente con l’intenzione di entrare sull’avversario e non per sottrargli la palla (il discrimine resta la caviglia, se colpisci più su, vuoi abbattere il giocatore) non abbia provocato subito un rosso? 
Ben vengano le lezioni tecniche e le spiegazioni argomentate agli addetti ai lavori, ma addestriamo meglio chi decide o entra in campo con tackle a rischio risarcimento danni non solo per chi li patisce, come lo sfortunato Dessena. Ma anche per la gente che vede, valuta e si fa un’idea quasi sempre prossima alla verità. Per essere credibili bisogna fare anche autocritica. O no?



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