Roma e Lazio, sentite Petkovic: «Il secondo anno è una trappola»

L’ex tecnico biancoceleste, ora ct della Svizzera, non lesina critiche: «Allenare a Roma non è facile, si perde l’equilibrio»
Roma e Lazio, sentite Petkovic: «Il secondo anno è una trappola»© REUTERS
Andrea Santoni
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PARIGI - Ha sempre quella faccia sorniona da gattone romano nato casualmente a Sarajevo, ma i lineamenti sono distesi come il suo sorriso da cinquantenne risoluto, quello di uno che ha problemi lontani alle spalle. Vlado Petkovic passeggia davanti all’ingresso dell’hotel Meridien Etoille, un passo dal Palais des Congrés, aspettando l’ora fatidica del sorteggio che attende la sua Svizzera. Taglio di basetta fresco per l’occasione, stato d’animo aperto. Un saluto cordiale a Vahid Halilhodzic, erede di Zaccheroni alla guida del Giappone, poi una stretta di mano al cronista. E un salto breve nel tempo. il passato. Giusto un paio di anni fa stava maturando in questo periodo, il suo addio piuttosto burrascoso alla Lazio. Le cose italiane gli interessano ancora, eccome; il suo italiano, nonostante l’inflessione slava indelebile, resta a prova di congiuntivo. Vlado segue attentamente il nostro calcio, nonostante la ferita, ma non vuole gettare sale su alcuno. «Non mi piace aprire polemiche. Mi ricordo quando altri allenatori parlavano di me, nel momento di crisi».

L’eco dell’ultima contestazione fuori da Formello gli è appena arrivata. Sembra riflettere un momento. Poi si lascia andare. Un ragionamento che l’ex allenatore biancoceleste, ora ct svizzero, allarga anche alla... Roma: «E’ difficile fare calcio nella Capitale. Il secondo anno è una specie di trappola. Soprattutto se hai fatto bene nella prima stagione. Prendete quello che è capitato a me, quello che è successo a Garcia, e adesso a Pioli. Si perde l’equilibrio, crescono le attese, l’orizzonte si confonde. E nascono i problemi».

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