© EPA Rummenigge: «Vi racconto il mio Bayern»
MILANO - Karl Heinz Rummenigge oggi era a Milano per un convegno sul Fair Play Finanziario alla Bocconi di Milano, l’università dove ha studiato per qualche mese suo figlio. Ha parlato della crescita del Bayern Monaco e ne ha spiegato alcuni segreti: “Il Bayern è un club non tanto tedesco, quanto bavarese. Il bavarese è un po’ come in Italia quando voi dite… del sud. Abbiamo trovato una filosofia basata sul mercato tedesco che è diverso da quello italiano, inglese o spagnolo. E quindi siamo diversi dalle società italiane, inglesi e spagnole. Abbiamo una cultura: il tedesco è disposto a spendere se ha garantito qualcosa di importante. La Lega tedesca è nata 53 anni fa e la licenza Uefa, che in Italia c’è dal 2009, da noi esisteva già allora. Non possiamo spendere come il Chelsea o il Psg o il Manchester City che hanno proprietari molto ricchi che pareggiano i bilanci: noi siamo obbligati a spendere in maniera diversa anche se nel calcio c’è una formula semplice: chi è vincente in campo è vincente anche fuori. In Germania abbiamo iniziato a pescare bene sul mercato tedesco quando da noi i costi erano più bassi rispetto all’Italia, all’Inghilterra e alla Spagna. Così abbiamo costruito una squadra importante.
Nel 2010 è nato il grande Bayern anche se abbiamo perso la finale di Champions contro l’Inter a Madrid e grazie a quell’annata abbiamo sviluppato molto le sponsorizzazioni e il merchandising. Adesso abbiamo un mercato del merchandising importante che si è sviluppato in tutto il mondo: incassiamo oltre 100 milioni che sono tanti considerati gli “spiccioli” che ricavavamo in passato. Per quel che riguarda le sponsorizzazioni abbiamo trovato sponsor che investono su di noi e staranno con noi per molto tempo. Nel calcio ci vuole pazienza e un po’ di tempo per programmare, per rifare una squadra: se devi inserire 10 giocatori in una stagione, ci vuole tempo perché difficilmente avrai subito i giusti risultati. Noi ci siamo riusciti perché abbiamo avuto allenatori bravi: da Van Gaal, che è un uomo complicato, ma bravo, a Heynckes con cui abbiamo vinto tutto. Oggi come oggi è importante spendere bene, cosa che tanti club non fanno perché si fanno mettere sotto pressione dai tifosi o dalla stampa. Prima di spendere bisogna avere le idee chiare e portare avanti le proprie linee guida. Anche noi compriamo giocatori bravi e importanti a livello internazionale come Neuer, Vidal e gli altri, ma investiamo anche sul vivaio: nella prima squadra abbiamo 8 giocatori nati nella Primavera, da Thomas Muller ad Alaba passando per Lahm. Il calcio è sempre più globale e ci sono calciatori che vengono dall’Asia e dall’Africa, ma al tifoso piace anche che un calciatore sia nato nel proprio settore giovanile. Per questo abbiamo investito 80 milioni in una struttura nuova, vicino al nostro stadio, che sarà riservata alle nostre giovanili. Speriamo che ci porti nuovi campioni nei prossimi anni”.
