ROMA - 49 anni. Di magie, emozioni e spettacolo. Standing ovattion per Roberto Baggio. Quella numero dieci sulle spalle come un tatuaggio indelebile. Lanerossi Vicenza, Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna, Inter e Brescia. Una carriera da imparare a memoria come una filastrocca. Con le sue giocate ha incantato tutta Italia.
IL RICORDO DI MAZZONE - Tanti allenatori nella sua vita calcistica, un unico maestro di vita. Im occasione del quarantanovesimo compleanno del Divin Codino, il blog "Giovaninrete" ha intervistato Carlo Mazzone: "E' sempre lì nel mio cuore - ricorda l'ex allenatore - lo ricordo con affetto. Era un campione dentro e fuori dal campo, ragazzo favoloso. Non ha mai fatto pesare il giudizio della stampa su di lui". Quattro stagioni insieme a Brescia: "Non ha avuto nessuna difficoltà a giocare in quella squadra. Ha insegnato molto ai suoi compagni: prima da uomo, poi da calciatore". Nella mente di tutti il gran gol a Van Der Sar: lancio di Pirlo, grande aggancio e voilà: "C'era da aspettassi questo ed altro. Un campione che stupiva sempre". Tanti problemi fisici: "Purtroppo ha avuto difficoltà nella sua carriera, ma lui ha sempre seguito i consigli dei medici e dei preparatori".
BAGGIO E TOTTI - Baggio e Totti, i due pupilli di Carletto: "Con Francesco ho avuto un rapporto padre-figlio. Conoscevo tutta la famiglia. Il suo è stato un impatto intenso con la Roma, è salito subito in prima squadra". Che sogno sarebbe stato vederli giocare insieme: "Forse mi sarebbero caduti meno capelli". Un tuffo nel passato per Carlo Mazzone, che con nostalgia (e un pizzico di malinconia) ha vuoto raccontare così i 49 anni di Roberto Baggio.