Ecco l'Uruguay migliore di tutti i tempi. Siete d'accordo?

Seguite il nostro viaggio nel tempo: abbiamo scelto la migliore formazione degli otto Paesi campioni del mondo dal 1950 ad oggi
di A.Polverosi - A.Ramazzotti
10 min

ROMA - E’ forse la Nazionale più affascinante, ricca di una storia antica, come un grande popolo scomparso e riaffiorato negli scavi. E il fascino risale a quel lontano 1950, quando Montevideo ha conquistato Rio de Janeiro. E’ l’unica nazionale sudamericana ad aver messo in discussione il dominio calcistico delle due superpotenze del continente, Argentina e Brasile. L’Uruguay ha vinto il primo Mondiale del dopo guerra battendo 2-1 la Seleçao al Maracana di Rio. Segnarono Ghiggia e Schiaffino, il capitano era Varela e tutt’e tre, insieme al portiere Maspoli, trovano posto nella Supernazionale uruguayana, la Superceleste.
L’Uruguay non ha le immense distese del Brasile, è un Paese piccolo, circondato dal mare, dal Brasile e dall’Argentina. Ma i fuoriclasse sono nati anche lì. Schiaffino ha fatto scuola a Gianni Rivera e non ha vinto il Pallone d’Oro solo perché aveva raggiunto il punto più alto del suo splendore quando ancora il premio non era nato (venne istituito nel 1956). Ghiggia era il suo degno compare. Abbiamo messo in difesa due rappresentanti del tempo moderno, Montero su cui Lippi aveva fondato la forza difensiva della Juventus, e Godin che ci ha eliminato dal Mondiale. Difensori di ferro. Altri due fuoriclasse in mezzo al campo: Luis Cubilla ed Enzo Francescoli.


L’attacco è di oggi, o quasi, con Forlan, Suarez e Cavani, tutt’e tre campioni d’America del 2011. Restano fuori un portiere di livello come Ladisalo Marzukievicz che in Inghilterra ‘66 venne votato come terzo miglior portiere del Mondiale, il trequartista del Cagliari, Fabian O’Neill, che in una recente intervista Ventura, suo allenatore in Sardegna, lo ha indicato come il più grande talento da lui allenato, e il Chino Recoba, il cui sinistro resterà per sempre nei cuori degli interisti.

IL DIBATTITO È APERTO SUL NOSTRO SITO

Il meglio del meglio di tutti i tempi. Più che un servizio, un’inchiesta, una selezione, è stata un’impresa. Mettere insieme, in una stessa Nazionale, i migliori giocatori degli otto Paesi campioni del mondo dal 1950 a oggi equivale a prendersi critiche più o meno pesanti dai sostenitori di chi è stato escluso. E sono tantissimi. È stato però un viaggio entusiasmante nel tempo, fra ricordi e letture di oltre mezzo secolo di calcio. I criteri che abbiamo usato per comporre le "Nazionali di sempre" diUruguay (campione del mondo nel ‘50), Germania (‘54, ‘74, ‘90 e 2014), Brasile (‘58, ‘62, ‘70, ‘94 e 2002), Inghilterra (‘66), Argentina (‘78 e ‘86), Italia (‘82 e 2006), Francia (‘98) e Spagna (2010) sono semplici e li possiamo riassumere così.

1) I giocatori hanno partecipato almeno ad una partita di fase eliminatoria di un Mondiale del dopoguerra, motivo per cui non abbiamo inserito Omar Sivori nell’Argentina.

2) Il modulo è scelto in base alla qualità dei giocatori più che alle loro caratteristiche. Questo comporta alcune "forzature". Esempio: nel Brasile abbiamo scelto i tre difensori più forti, anziché quattro, per poter dare un po’ di equilibrio al centrocampo con Falcao. Altro esempio: visto il livello degli attaccanti dell’Argentina, abbiamo cercato di schierarne il numero più alto, a scapito di un equilibrio più concreto.

3) Per gli oriundi che hanno vestito la maglia di almeno due Nazionali (Di Stefano e Ghiggia oltre al su citato Sivori) abbiamo scelto di “assegnarli” alle squadre dove hanno il maggior numero di presenze.

4) In definitiva abbiamo cercato di premiare la qualità più alta e non la logica più stretta, sapendo che ogni scelta darà vita a discussioni.

I lettori possono seguire il nostro viaggio nel tempo anche attraverso il sito www.corrieredellosport.it per indicare le loro preferenze attraverso i commenti qui sotto, esprimendo un parere che, siamo certi, in molti casi sarà diverso dal nostro. Il dibattito è aperto. 

COMMENTATE: SIETE D'ACCORDO?

BRASILE-URUGUAY 2-2 - SUAREZ IN GOL CON IL BRASILE


© RIPRODUZIONE RISERVATA