ROMA - «Dopo l'incidente di Niccolò due cose sono state fondamentali nella mia vita: il grande amore della mia famiglia e la fede. Ho perso mio padre a 19 anni e non pensavo di dover portare i fiori al cimitero a mio figlio. Se non avessi avuto questa grande fede e la convinzione di ritrovare e rivedere un giorno mio figlio sarebbe stato difficile convivere con questo dolore. Il dolore non passa mai, ci si può solo convivere». Lo ha detto l'ex portiere e campione del mondo con l'Italia nel 1982, Giovanni Galli, ospite del programma 'Beati Voi-Tutti santi' in onda ogni giovedì alle 21.05 su Tv2000, ricordando il figlio Niccolò morto nel 2001 in un incidente stradale (nel video qui sotto, l'intervento parte da 1h35'43'').
IL BOLOGNA RICORDA NICCOLO' GALLI
Ciao Niccolò. pic.twitter.com/OpDPNztYTq
— Bologna Fc 1909 (@BfcOfficialPage) 9 febbraio 2016
IL DOLORE NASCOSTO - L'ex calciatore ha raccontato anche dei particolari della vita privata e famigliare legati alla scomparsa del figlio: «Davanti a mia moglie e alle mie figlie volevo essere la persona alla quale loro potessero aggrapparsi e cercavo di non farmi vedere piangere. Mi è mancato poter piangere, lo facevo di nascosto sotto la doccia perché non volevo farlo davanti a loro. Ma è stato comunque un errore perché sia il dolore che la felicità devono essere condivise con tutti. A distanza di tempo mi sto portando dentro ancora tante ferite».
FOTO: Bologna, il ricordo di Niccolò Galli
L'EPISODIO - Galli ha poi voluto ricordare un episodio importante: «Niccolò era nato il 22 maggio 1983 quel giorno si festeggia Santa Rita. Quando è successo l'incidente ci siamo sentiti in dovere di andare a Cascia e portare una fotografia di Niccolò che abbiamo perso nel 2001 all'età di 17 anni. Con quella foto abbiamo restituito nostro figlio a Santa Rita. Lei ce lo aveva 'datò il 22 maggio e noi glielo abbiamo riportato. Dopo la scomparsa di Niccolò - ha concluso Galli - il mio rapporto con Dio non è cambiato. Ogni sera prima di dormire faccio le mie preghiere e l'ultima immagine è quella di Niccolò. Non so come lo rivedrò se nell'età in cui ci ha lasciati o invecchiato. Speriamo di riconoscerci».