Ceferin come Tonino Guerra

Ceferin come Tonino Guerra© EPA
Ivan Zazzaroni
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Indimenticabile il video in cui Tonino Guerra ci ricorda che «l’ottimismo è il profumo della vita, l’ottimismo vola»: mentre lo scrittore e sceneggiatore di Amarcord sta concludendo il claim della campagna Unieuro (curiosa coincidenza) una deiezione di uccello lo centra in piena fronte. Vi risparmio l’imprecazione uscita dalla bocca del sanguigno romagnolo, anche perché in questo drammatico momento abbiamo bisogno di tutti. Tanto del naturale quanto del sovrannaturale.

Un altro volatile sta per “liberarsi” sulla testa del presidente Uefa Aleksander Ceferin che otto giorni fa su calcio e Covid-19 rassicurava tutti: «Si tratta di una cosa seria, ovviamente. Dobbiamo metterla in cima alle nostre priorità e dobbiamo affrontarla seriamente, perché ci sono molti eventi in gioco. Sono ottimista e credo che le cose saranno sotto controllo in vista dell’Europeo. Non sono preoccupato, è uno scenario lontano. Siamo tranquilli e sicuri, per ora è tutto sotto controllo. Andrà tutto come previsto».

A volare, da settimane, non è più l’ottimismo ma un virus micidiale che ha costretto l’OMS a dichiarare lo stato di pandemia per far capire al mondo che non è più tempo di parole vuote e soluzioni-ponte. Ma il calcio ha il governo che si merita, formato da uomini incapaci di guardare oltre il proprio naso.

Se il 5 marzo, mentre il contagio assumeva dimensioni inquietanti colpendo più di una nazione qualificata alla fase finale di Euro 2020, invece di trasmettere inutili certezze («andrà tutto come previsto») Ceferin avesse preso una decisione forte ancorché impopolare oggi non assisteremmo a questo straziante balletto: calciatori positivi, squadre in isolamento, Paesi che bloccano l’attività e altri che continuano a giocare, chi a porte aperte (Liverpool-Atletico, parte dell’Europa League) e chi senza pubblico. Martedì all’Uefa è prevista una riunione in videoconferenza per discutere sullo svolgimento di tutte le competizioni, compreso Euro 2020, e già il fatto che non sia prevista la presenza fisica degli “stakeholders” (i soggetti direttamente o indirettamente interessati) per via dei blocchi dei voli o delle chiusure delle frontiere rende scontata la conclusione: arrivederci a Euro 2021, e più tempo a disposizione delle varie federazioni per completare i calendari nazionali e internazionali.

Sempre che il virus non decida di continuare a volare a lungo sopra le nostre povere vite.


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