Tardelli: "Il calcio si aiuti da solo"

«L’Aic ha sbagliato il primo passaggio: avrebbe dovuto istituire un fondo di solidarietà “aperto” partecipando materialmente alla riduzione del danno.»
Tardelli© ANSA
Ivan Zazzaroni
2 min

«Io avrei agito diversamente».

In che senso, Marco?

«Mi sarei presentato in Lega e avrei detto: signori, noi dell’Aic per primi vogliamo contribuire. Come? Istituendo un fondo di solidarietà, e parteciperemo materialmente con risorse nostre».

Quali risorse?

«Ho potuto leggere gli ultimi quattro bilanci dell’Assocalciatori, sono pubblici, nessun segreto, e ho notato che i soldi in cassa ci sono. Quando parlo di fondo di solidarietà “aperto” intendo dire che anche una quota del taglio degli stipendi dei calciatori di Serie A sarebbe destinata ai tesserati delle categorie inferiori e al personale dei club di B, C, Dilettanti. Non fare il furbo, non è la stessa cosa che il tuo giornale e alcuni procuratori, i più seri, stanno chiedendo da settimane a FIFPro?».

Noto con piacere che ci leggi, e con molta attenzione.

«Sono convinto che se l’Aic avesse tentato la carta del dialogo e dell’iniziativa, anziché quella della reazione muscolare, avrebbe ottenuto molto di più, forse addirittura un accordo collettivo».

Sospetto che tu non abbia ancora abbandonato il progetto di sostituire Tommasi alla presidenza.

«Abbandonare? Al momento sono l’unico candidato, non mi risulta che all’Aic, in sede, siano giunte altre raccomandate». [...]

Sei davvero convinto che da presidente dei calciatori riusciresti a cambiare qualcosa?

«Serve discontinuità e trasparenza. Da solo non sarei in grado di fare niente, nessuno lo è. Con nuove regole potrei davvero riportare il calciatore al centro della scena. Che è la sua scena, non quella di altri. Oggi è necessario aprire un tavolo con tutte le componenti: allenatori, dirigenti, giocatori».

Mi sa che vivi su Marte.

«Ho i piedi ben piantati per terra invece, mi conosci: osservo tutto, non mi sfugge nulla. Il calcio deve aiutare il calcio, il Governo non è in grado di salvarlo, se non attraverso una tassazione più equa».

Leggi l'intervista completa nell'edizione odierna del Corriere dello Sport - Stadio


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