Cagliari 1969/70-Sampdoria 1990/91: il cucchiaio di Vialli gela Riva e Scopigno

L’autogol di Niccolai tradisce Albertosi, Rombo di Tuono segna in rovesciata. Decide un penalty contestato. L’ironia di Boskov: «Rigore è quando arbitro fischia»
Cagliari 1969/70-Sampdoria 1990/91: il cucchiaio di Vialli gela Riva e Scopigno
Fabrizio Patania
6 min

La partita del genio, del coraggio e della sregolatezza. L’allenatore, dice zio Vujadin, deve essere amico, maestro e poliziotto. La sera prima è rimasto sveglio, si è nascosto e ha aspettato il rientro in albergo di Vialli e Lombardo, usciti senza permesso. Il Filosofo, invece, ha bussato alla stanza di Albertosi dopo l’una di notte. Dentro sono in sette-otto, capitanati da Cera. Giocano a poker. Qualche bottiglia di birra vuota. Una nuvola attraversa la camera. Scopigno sorprende i suoi giocatori: «Vi dispiace se anch’io fumo?». Ironia e serenità, l’immancabile pacchetto di sigarette, qualche bicchiere di whisky viene tradotto in segreto. Così ha plasmato un gruppo formidabile di campioni, fortificati dal senso di appartenenza trasmesso dalla Sardegna. Altro che pastori e banditi. Dietro al Cagliari c’è il riscatto e la generosità di un popolo intero: «Mai ho conosciuto piazze altrettanto disponibili e disincantate verso i problemi della propria squadra» racconterà Sandro Ciotti, cantore dello scudetto 1970, il primo al Centro-Sud, buono per contrastare le teorie dei muscoli intorpiditi dallo scirocco.

BUNKER - L’eroe si chiama Gigi Riva da Leggiuno, per la terza volta si è laureato capocannoniere in Serie A con 21 gol. Guida l’attacco dell’Italia campione d’Europa. Brera lo ha ribattezzato Rombo di Tuono per la prepotenza fisica abbinata alla velocità e alle capacità acrobatiche: pochi sanno calciare al volo nello stesso modo. Oggi si chiamano ripartenze, allora era contropiede. Scopigno riesce a sfruttarne il cambio di passo, alimentato dai lanci di Nené e di Cera, arretrato come libero dopo l’infortunio di Tomasini. Il brasiliano ex Juve è diventato mezz’ala. Squadra rocciosa, modellata su una difesa da record: solo 11 gol incassati in 30 partite, Albertosi vola da un palo all’altro e ha soffi ato il posto in nazionale a Zoff. Valcareggi ne porterà sei ai Mondiali del Messico, compresi Domenghini e Gori, scaricati dall’Inter in cambio di Boninsegna. Sono le altre due chiavi tattiche. Domingo ha un gran tiro da fuori e vola sulla fascia, interprete moderno nel ruolo di ala classica prima che esplodano Causio e Bruno Conti. Gori sterza, è così esplosivo da saltare i difensori partendo da fermo.

AUTOGOL - La Samp è piena di classe, idee, qualità. Quasi di un altro pianeta calcistico governato dall’ironia di Boskov. Ha vinto la Coppa Coppe nel ‘90 e conteso la Supercoppa europea al Milan di Sacchi, Van Basten e Gullit, non ancora “cervo appena uscito da foresta”. Nella stagione successiva perderà la Coppa Campioni in finale. Mantovani ha comprato Mikhaylitchenko dalla Dinamo Kiev, ma il tecnico di Novi Sad a centrocampo non può fare a meno dell’incedere dinoccolato di Cerezo. Toninho, dopo i fasti della Roma e ormai 35enne, vive a Marassi una seconda giovinezza. Fausto Pari ha quattro polmoni e lo copre in una mediana arricchita dal dinamismo di Dossena. I blucerchiati fanno saltare subito il bunker di Scopigno. Albertosi, sul cross dalla linea di fondo di Lombardo, viene tradito da Niccolai: salta e incorna di testa, autogol in fotocopia a quello realizzato al Comunale nella sfida scudetto con la Juve.

PRODEZZE - Il pareggio arriva a un soffio dall’intervallo. Invenzione di Riva nell’unico modo possibile per beffare Vierchowod. Lo Zar lo tiene sulla velocità e gli resta attaccato alle costole, ma non può proprio contrastarlo sul cross pennellato da Domenghini. Ricordate Ronaldo allo Stadium con il Real Madrid? Ecco. La bicicletta di Rombo di Tuono è ancora più bella e rotonda. Rovesciata, Pagliuca sorpreso e palla in rete: 1-1. Boskov già conduce una preparazione atletica all’avanguardia. La Samp decolla alla distanza e ancora meglio riesce a sfruttare in profondità Mancini e Vialli, i gemelli del gol. Sono amici e guasconi, si completano. Gianluca è potente e acrobatico, in azzurro viene considerato l’erede di Riva. Roberto è un 10 d’attacco, unisce il genio alla concretezza. Intesa formidabile. Nel campionato dello scudetto firmeranno 31 reti in coppia. All’Amsicora decidono con un lampo a cinque minuti dalla fine. Lancio profondo di Mancini, Martiradonna stende Vialli. D’Elia indica il dischetto, circondato dalle proteste furiose del Cagliari. Gianluca spiazza Albertosi con un cucchiaio. Boskov, negli spogliatoi, smorzerà le polemiche senza dare ragione alla moviola di Sassi: «Rigore è quando arbitro fischia».

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