Napoli 1986/87-Napoli 1989-90: vince l'allegria del primo Napoli

Maradona in campo nelle due squadre: le sue magie con al fianco Careca o Giordano. Ma gli azzurri 1986-87 sanno come fermare il brasiliano
Napoli 1986/87-Napoli 1989-90: vince l'allegria del primo Napoli
Mimmo Carratelli
5 min

SUPERTEAM: scegli la squadra più forte. Il tabellone

Poiché questa è una partita dell’altro mondo, quel mondo-scudetto che a Napoli non c’è più, faccio quello che mi pare. Piazzo le due squadre strabuzzando gli occhi per i “doppioni”, Maradona di qua e di là, e chi se ne frega. E’ una partita virtuale e, siccome, è molto virtuale faccio vincere il Napoli 1986-87 perché più mi sta nel cuore, perché fu la squadra della prima volta, perché gli azzurri vincevano cantando (oj vita, oj vita mia), perché la tecnica ebbe uno splendore maggiore, perché fu la felicità di una città intera. Il secondo scudetto non fu bello come il primo, persino contestato (a torto).

IL FISCHIETTO. Senza discussioni, l’arbitro è Luigi Agnolin,”il profeta”, col quale ho diviso tante serate nella sede degli arbitri di Bologna con Ferdinando Reggiani, il gentiluomo del bitter, Vittorio Vannucchi, Roberto Armienti, Pierluigi Collina agli inizi, Renzo Vitali, Nicola Rizzoli e Oca il guardalinee.

TANGO E SAMBA. Il Napoli 1989-90 è più forte perché Maradona-Careca è la coppia più irresistibile del gol rispetto al tandem composto da Diego e Bruno Giordano. Ma come giocava Giordano rilanciato da Italo Allodi? “Con Careca segniamo, con Giordano mi diverto” diceva Dieguito. Un serpente a sognagli, Careca, il vento nelle caviglie. Un delizioso giocatore di classe, Bruno. E, poi, in quel primo Napoli-scudetto, partito Eraldone Pecci (quante risate!), arrivò Ciccio Romano, il Tota come lo chiamava il pibe (perché somigliava a un giocatore argentino con quel nome), il colpo di Pierpaolo Marino che lo scovò nella Triestina e il Napoli ebbe finalmente il regista che gli mancava.

DIFESA SUPER. E con Ottavio Bianchi in panchina, da quale parte dovrei stare? Sto dalla parte dell’Orso che mi è caro e sta soffrendo a Bergamo. La coppia Maradona-Careca non ha vita facile contro una difesa che schiera Bruscolotti, Ciro Ferrara, Moreno Ferrario, il più grande stopper della storia azzurra, e Alessandro Renica che, da battitore libero, era secondo solo a Franco Baresi. E c’è Garella che di piede e di sedere non fa passare un pallone.

LA MANO DI ALLODI. Il Napoli 86- 87 è l’armonia, il gusto del gioco, la fantasia del primo Diego, è la squadra dei gladiatori Bruscolotti e Bagni. E’ il Napoli creato da Italo Allodi. Il Napoli di Bigon è più arcigno, Alemao spadroneggia a centrocampo, Francini viene avanti, Crippa è un duro e Fusi fa la finta ala, uomo di copertura. Carnevale e De Napoli sono di qua e di là, ma hanno più brio nel primo Napoli.

DIEGO E BRUNO. Alè. Si gioca con una palla di incantesimo. Il traversone di Ciro Ferrara per Carnevale, la palla rimessa in mezzo per Maradona, doppio scambio di Diego con Giordano ed è gol del pibe. Un gioco di prestigio. Il raddoppio è di Giordano al quale Maradona restituisce l’assist irresistibile. Facevano sempre così. Segnerà Careca nella ripresa: palla filante di Diego, scatto e fuga del brasiliano, rasoiata, gol.

IN CONTROLLO. Ma per il resto Ferrario e Renica chiudono la saetta brasiliana, non le danno un metro. Bruscolotti fa il feroce con Diego (e Bagni gli dà una mano). Romano dipinge il contropiede, Fusi ha meno inventiva. Al secondo Napoli manca un vero regista anche se Alemao dirige l’orchestra col suo passo lungo.

AZZURRI 1986-87. Il primo Napoli costruisce la vittoria con l’allegria del gioco. Maradona accende fuochi pirotecnici. Il secondo Napoli appare più legnoso, meno ispirato anche se, apparentemente, più solido. E’ squadra che segna più gol del primo Napoli, ma ne incassa di più. Il problema per il primo Napoli è non fare andare in fuga Careca sui passaggi radenti di Diego. Il gioco riesce. Perciò vince il primo Napoli e perché ha il miglior Maradona dei sette anni napoletani.

 


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