Spalletti: "La Serie A riparta per chi ha sofferto". E su Totti…

L’ex tecnico di Inter e Roma parla di tutto: “Il mio rapporto con Francesco, quella volta che Dzeko sembrava un bottiglione da due litri di acqua minerale e poi il vassoio di mignon crema e cioccolato di Pizarro”
Spalletti: "La Serie A riparta per chi ha sofferto". E su Totti…© LAPRESSE
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Bisogna tornare a giocare, la gente vuole vedere il calcio”. Luciano Spalletti parte subito da un appello. L’ex tecnico dell’Inter, intervistato da Sky Sport, è pienamente a favore della ripresa del campionato: “Il calcio è uno strumento potentissimo per tornare mentalmente alla normalità. La gente lo guarda nel tempo libero. Andrà fatto soprattutto pensando a loro, a quanto hanno sofferto e lottato”.

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Spalletti: “Il più grande infortunio di massa”

Come va la vita senza calcio? È il più grande infortunio di massa dello sport. I calciatori sono stati obbligati a fermarsi all’improvviso come un infortunio muscolare. Ripresa? Dipenderà dalla capacità di ognuno di loro di dialogare con il suo corpo. C’è da fare un applauso al personale sanitario, tanto di cappello a medici e a quelle persone per migliorare le cose. È stata una dimostrazione di cosa significhi lavorare per il bene degli altri”.

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Spalletti: “Contro la Lazio uno dei momenti top”

Bei ricordi all’Inter? Ne ho molti. Siamo arrivati con il fiato sul collo in entrambe le stagioni. Sono stati momenti forti ed emozionanti. La vittoria contro la Lazio per la Champions uno dei momenti più belli. Così come la vittoria nel derby, dove tutti ci davano per spacciati”. Ancora sulla sfida contro i biancocelesti: “Certo che pensavo di vincere, la prima cosa in questo lavoro è il pensiero di potercela fare. All’intervallo ci siamo detti le cose corrette, poi ci vogliono i giocatori di grande personalità per riuscirci”.

Spalletti: “Mai usato le squadre per interessi personali”

Il raggiungimento della Champions, dopo lo scudetto, è l’obiettivo più importante. Chiaro che la Champions è particolare. È meglio di vincere la Coppa Italia, se lo chiediamo a chi ha vinto e non si è qualificato ti risponde così. La Champions ti mette nelle condizioni di far parte dell’élite. Spogliatoio? Abbiamo avuto difficoltà. Purtroppo non ho mai fatto usare la squadra per interessi personali dei giocatori. Non ho mai barattato gli obiettivi di squadra per la mia immagine personale. O si fanno le cose in maniera professionale per gli obiettivi oppure ci si mette mano. I panni sporchi si lavano in famiglia, a volte si portano alla lavatrice a gettone”.

Spalletti: “Sabatini? Notti intere a parlare di calcio”

Sabatini? Se il calcio fosse un film, lui sarebbe un grande regista. È un vero genio, un grande professionista, un grande amico. All’inizio ci siamo un po’ annusati come gli animali randagi, si fa per capire chi si ha davanti. Poi è stata un’amicizia totale, fatta di professionalità e di stima. Ognuno di noi sapeva di avere davanti uno più malato di calcio. Passavamo notti intere a parlare di calcio e di calciatori. Se Marzullo avesse pensato a noi gli avremmo dedicato nottate di trasmissioni. Ricordo nel mercato invernale nel 2015/16, senza soldi, lui riuscì a portarmi Perotti ed El Shaarawy. Fondamentali per sterzare e far bene nelle successive. Aveva rispetto del mercato e perfetta conoscenza del mercato”.

Spalletti: “Totti era lo zero”

Per quanto mi riguarda cerco sempre di rendere protagonisti i calciatori. Si va a difendere quello che riguarda il club, ma loro sono i protagonisti assoluti. Si va a dialogare con loro, si va a sentire quello che dicono, perché parlano in modo corretto. Ormai sono tutti nella loro realtà e vogliono far bene e creare un marchio nella storia calcistica. Io lì ho tentato di vedere quelle che fossero le loro capacità. Perrotta partiva mediano, lo vedevo nel Chievo che sapeva inserirsi. Assomiglia un po’ a Vecino, che però ha bisogno di uno spazio definito ed è difficile che possa cambiare idea perché ha il passo lungo. Perrotta riusciva ad abbinarci altre situazioni alla scelta fatta all’inizio. Tutti e due sanno finalizzare bene le azioni. Nainggolan uguale. Per farlo ci vuole lo spazio dentro l’area di rigore da usare, con lo zero lì davanti. Lo zero era Totti, che non si faceva mai trovare dai difensori avversari. Andava a mettersi dove non era prendibile e gli spazi venivano da riempiti da lui. Si ascoltano i loro comportamenti negli allenamenti”.

Spalletti: “La mia prima Roma era baciata dal sole”

Era una squadra baciata dal sole di Roma. Era una squadra fatta di calciatori che si passavano la palla senza mai mettere in difficoltà i compagni. Per far così ci va tanta qualità, loro l’avevano”.

Spalletti, retroscena su Pizarro

"Lui mi ha dato una mano fondamentale in carriera. Lui è il calciatore che tiene continuamente la squadra connessa. La prima volta l'ho conosciuto ad Udine, era sul lettino dei massaggi, ho visto che era molto basso e sono rimasto perplesso. Poi alla prima partitina è stato incredibile, sembrava che giocasse da sempre in squadra, ha toccato un'infinità di palloni. Anche a Roma ha fatto partite di un livello incredibile, per certi versi era fin troppo generoso. Gli somiglia molto Brozovic, entrambi vogliono toccare tutti i palloni e spesso spendono troppe energie. Pizarro era eccezionale anche nello spogliatoio, un amico unico per tutti i compagni. In più canta benissimo. Quando si pesava, siccome ogni tanto prendeva qualche chilo in più, tentennava molto, cercava di perdere tempo, ci voleva un'ora per farlo salire sulla bilancia. Poi quando si scopriva che il suo peso era nella norma, lui iniziava a cantare. Poi andava nell'armadietto, prendeva un vassoio di mignon di crema e cioccolato, li offriva e poi ne mangiava 4 davanti a me perché tanto era nel peso".

Spalletti: “Io allenatore della Fiorentina?”

Non conta il bel progetto o la possibilità di spendere 200 milioni. Io ritorno ad allenare perché mi piace questo lavoro e non vedo l’ora di farlo il prima possibile. Gli allenatori ora devono essere pronti anche per solo 6 mesi, bisogna allenare ciò che ti viene messo a disposizione. Penso che la Fiorentina sia in buonissime mani con Iachini, ha le carte in regola per campionati di alta classifica. Da simpatizzante della Fiorentina gli auguro buon lavoro”.

Spalletti e il rapporto con Totti

"Totti? Penso di essere stato sempre lo stesso. Io con Francesco penso di aver avuto in generale un buon rapporto, poi come dicevo prima per me contano i risultati della squadra, devo passar di lì. C’è il sentimento degli sportivi davanti, devo andare a cercare tutte quelle cose che mi fanno avere una classifica importante perché anche la Roma in quegli anni meritava di stare fissa in Champions. Non ho modificato niente, sono successe delle cose che hanno determinato che i miei comportamenti fossero differenti ma sempre mettendo davanti il bene della squadra. A Francesco auguro una grande carriera da manager, lo rincontrerò sicuramente perché è il nostro lavoro”.

Spalletti, De Rossi e Dzeko

Era una formazione fortissima. Aveva questa qualità di passarsi bene la palla. Aveva giocatori estrosi, campioni. Salah, Nainggolan, Strootman… Non è facile trovare tutti quei campioni insieme, oltre che Manolas, Rudiger e poi Dzeko in attacco. Con lui in avanti puoi giocare qualsiasi tipo di calcio. Con lui era difficile capire il modulo che lo facesse esprimere al meglio. Lui fa vedere che si possono fare 30 gol, facendone fare altri 30 ai compagni vicini. Il suo è veramente un calcio totale, sa fare gol, attaccare la porta, fare il regista, tenere palla e andare in profondità. È veramente completo, che si trova sempre con qualsiasi calcio. Di solito ho un buon rapporto con tutti i calciatori che ho allenato, perché ho passato molti anni lì, forse a volte si accontentava delle grandi giocate che faceva. Una volta aveva fatto due gol ed io ho cercato di stimolarlo nella riunione ad inizio settimana. Se fai bene si dice, se giochi male si sta zitti e non si stuzzica. Io lo andai ad attaccare un po’ e lui mi rispose in maniera seria, perché aveva un grande carattere. In dei momenti era meno esecutore, si accontentava magari di due gol nella partita precedente quando poteva farne altri due. “Ieri mi sembravi un bottiglione da due litri di acqua minerale” gli dissi, De Rossi glielo ha spiegato e lui si è irrigidito e mi ha messo timore".


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