La Camera degli ultrà, assembramenti e risse fra politici

Cronaca semisportiva di un giorno di ordinaria violazione delle regole in Parlamento
La Camera degli ultrà, assembramenti e risse fra politici© ANSA
Alessandro Barbano
3 min

È il 34esimo della ripresa nell’Aula di Montecitorio, o forse qualche minuto più tardi, ma con l’esattezza non lo sapremo mai, perché l’arbitro Fico da Posillipo ha omesso di segnarlo sul referto, nella concitazione di ciò che sta per accadere. Il derby dei populisti è fermo sullo zero a zero, ma sulla tre quarti della Lega avanza il deputato pentastellato Riccardo Ricciardi, 38 anni, di Pietrasanta, che da circa trenta metri sferra a sorpresa un tiro all’incrocio dei pali: «Chi attacca il governo - dice - propone il modello sanitario lombardo, che ha sperperato 21 milioni di tasse dei cittadini per fare un ospedale inutile». Non appena la palla s’insacca nel sette della porta difesa da Giorgetti, dagli spalti iniziano a piovere fischi e cori al grido di «buffone, buffoneee». L’arbitro intima ai capitani delle due squadre di mantenere la calma, ma il grillino non demorde e insulta il portiere avversario: «Giorgetti - dice - sosteneva che i medici di base non servono più, perciò la sanità lombarda ha tagliato 25mila posti letto pubblici e, in piena pandemia, ha chiesto alle residenze per anziani di ospitare i malati di Covid».

A questo punto dalla curva Nord un gruppo di ultrà leghisti rompe la recinzione e si riversa nell’emiciclo. Invano il direttore di gara intima ai deputati di stare al loro posto, poi cerca di fermare l’invasione di campo, dichiarando sospesa la partita. Ma nel frattempo dalla tribuna opposta gli ultrà pentastellati scendono dai banchi a difesa del loro attaccante. Con o senza mascherine, e violando qualunque precauzione di distanziamento sociale, i tifosi delle due squadre si assembrano davanti al banco dell’arbitro, dove nel giro di pochi attimi si scatena una rissa sedata a fatica dai questori di Montecitorio. La partita finisce tra le urla, ma non si hanno per fortuna notizie di feriti.

L’intero filmato degli scontri è stato inviato dallo stesso Fico al comitato tecnico-scientifico, che tuttavia non ha potuto ancora prenderlo in esame, perché i virologi erano impegnati a stabilire la distanza minima degli allenamenti collettivi dei calciatori e quella dei fedeli in preghiera di sedici diversi culti religiosi.

Allo stesso comitato la Figc invierà nei prossimi giorni un quesito formale, riguardante il diverso trattamento riservato agli ultrà della politica rispetto a quelli del calcio. I primi possono accapigliarsi in diretta tivù, sputacchiandosi l’un l’altro nella concitazione. I secondi sono interdetti dagli spalti per chissà quanto tempo, anche in ragione della loro notoria insofferenza al rispetto delle regole.

Così, mentre il 15 giugno i teatri e i cinema riapriranno con pubblico pagante, e a luglio a piazza di Siena mille persone assisteranno al Rigoletto dell’Opera di Roma, le porte chiuse resteranno per tutta l’estate, e forse anche in autunno, un divieto invalicabile negli stadi. La discriminazione è stata denunciata ieri dalla Federazione con una lettera al presidente della Camera, nella quale il numero uno del calcio italiano, Gabriele Gravina, si rivolge ai parlamentari e, «certo della loro sensibilità», chiede un dibattito pubblico sul tema. 


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