Il Coni dice no: ecco perché il Trapani di Castori salvo in campo retrocede in Serie C

Il Collegio di Garanzia respinge il ricorso del club siciliano contro la penalizzazione di 2 punti inflitta dalla Corte Federale d'Appello che aveva raddoppiato quella del TFN per il ritardo nel pagamento di emolumenti ad alcuni tesserati. La norma della perentorietà dei termini prevale sull'emergenza sanitaria che in primo grado era stata riconosciuta come un'attenuante decisiva. La squadra di Castori va in Serie C pur essendosi salvata sul campo con 46 punti conquistati, ben 21 dei quali dopo il lockdown
Il Coni dice no: ecco perché il Trapani di Castori salvo in campo retrocede in Serie C
di Tullio Calzone
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ROMA - Il Collegio di Garanzia del Coni respinge il ricorso del Trapani contro la penalizzazione dei 2 punti subita per il tardivo pagamento degli stipendi di febbraio ad alcuni tesserati. E non dà scampo al Trapani che retrocede in C pur avendo guadagnato sul campo la salvezza con 46 punti. Gli stessi di Ascoli e Cosenza, salvi, e uno in più di Perugia e Pescara che dovranno ora guadagnarsi la salvezza nel playout di lunedì 10 agosto all’Adriatico e di venerdì 14 al “Curi”. Gli abruzzesi hanno scongiurato il pericolo maggiore grazie alla tardiva sentenza del Coni. Se fossero state riconosciute le attenuanti che il Tribunale Federale Nazionale aveva in prima istanza ritenuto legittime, togliendo un solo punto al Trapani, per il Pescara si sarebbero spalancate le porte di una disastrosa retrocessione. Il motivo che ha spinto il presidente Sebastiani a costituirsi in giudizio col Cosenza di Guarascio ora salvo e altrimenti obbligato ai playout col Perugia. Niente da fare, invece. Chi non paga nei termini paga due volte. E non ci sono emergenze che tengano.

PERENTORIETA’ PREVALENTE. Esito, dunque, sfavorevole al Trapani, ma dopo una vera battaglia. Contraria al club siciliano sin dall’inzio della controversia, la norma relativa alla «perentorietà dei termini» violata non pagando gli stipendi in tempo, si è rivelata determinante anche al Collegio di Garanzia presieduto dall’avvocato Vito Branca. Che ha dichiarato inammissibile la costituzione in giudizio di Cosenza e Pescara. Il Trapani ha provato a far riaffermare il giudizio del TFN impugnato dalla Procura Federale dinanzi alla Corte Federale d’Appello con l’obiettivo di avere la restituzione di un punto che avrebbe evitato la retrocessione diretta. Una sanzione ritenuta afflittiva in quanto avrebbe obbligato la squadra di Castori, salvatasi in campo, a spareggiare con gli umbri. Invece il Coni ha obiettato che si dovessero applicare rigidamente le norme e punire il club siciliano con un -2 pesantissimo.

BATTAGLIA ASPRA. Durante l’aspro dibattimento i legali del Trapani si sono trovato contro quelli di Figc, Pescara, Cosenza e persino la Procura Generale dello Sport del Coni ha chiesto il rigetto del ricorso. A quel punto non c’è stato nulla da fare e l’attenuante dell’emergenza sanitaria che ha piegato in due l’intero Paese, non ha avuto alcuna possibilità di essere tenuta in qualche considerazione. E con essa è svanita la possibilità che il merito sportivo, affermato con l’orgoglioso finale di campionato della squadra di Castori, capace di conquistare 21 punti dopo la ripartenza, venisse riconosciuto. Amareggiato per l’epilogo della controversia che arriva clamorosamente a stagione regolare terminata e che ha già obbligato la Lega a spostare l’andata dei playout, il patron del Trapani, Fabio Petroni, sta valutando un’eventuale impugnazione della sentenza dinanzi al Tar del Lazio, benché quasi tutte i recenti contenziosi sportivi approdati al Tribunale Amministrativo Regionale di Via Flaminia Vecchia abbiano avuto esito negativo.

SEBASTIANI AI PLAYOUT. Ovviamente soddisfatto il Pescara. Il presidente Daniele Sebastiani ha ricevuto buone notizie all’allenamento della squadra. «Ero abbastanza tranquillo perché le regole sono chiare e 19 società avevano pagato nei termini. È stata una decisione giusta. Ora tocca a noi fare bene».


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