Bitonto e Picerno: illecito

L’accusa all’attacco e difese in campo. La Procura ha chiesto l'esclusione dai rispettivi campionati. Il Foggia alla finestra
Bitonto e Picerno: illecito
Biagio Angrisani
4 min

ROMA - A volte ritornano e producono brividi glaciali. Oggi al Tribunale Federale Nazionale, nella sede di via Po, il processo relativo al deferimento per illecito sportivo avente come oggetto l’alterazione del regolare svolgimento e il conseguente risultato finale della gara Picerno-Bitonto, disputata il 5 maggio 2019. Ossia due stagioni fa, ma i relativi risvolti possono determinare la classifica finale del campionato di Serie D, girone H 2019-20 nonché la composizione del girone meridionale di Serie C della prossima stagione. L’udienza, nel rispetto del protocollo federale sul Covid-19, non sarà aperta agli organi di informazione nonostante sia un dibattimento “penale” che obblighi il Tribunale alla massima trasparenza e conoscenza dei fatti a tutti gli interessati. Il Corriere dello Sport-Stadio cercherà di offrirvi in merito, in vari step, le notizie nonostante la situazione emergenziale.

Aggiornamento ore 14

Aria pesante nel dibattimento del processo davanti al Tribunale Federale Nazionale che vede alla sbarra diversi tesserati e le società Bitonto e Picerno. La Procura Federale ha richiesto per entrambe le società l’esclusione dai rispettivi campionati. Arringhe delle difese per società e tesserati. La Procura dispone di molte frecce nella faretra. Battaglia in corso. Tra le società terzi interessare ci sono a vario titolo Foggia, Rende e Cerignola.

I fatti

La presunta combine è relativa alla gara Picerno-Bitonto del 5 maggio 2019, valevole per l'ultima giornata di campionato del di Serie D girone H e terminata col punteggio di 3-2 per i padroni di casa. Tale vittoria diede alla formazione lucana il pass per la storica promozione in Serie C. Nel processo, oltre alla due società, anche calciatori e dirigenti. I tesserati chiamati in giudizio: Francesco Patierno, Vincenzo e Nicola De Santis, Antonio Picci, Michele Anaclerio, Daniele Fiorentino, Giovanni Montrone e Paolo D’Aucelli nonché il presidente del Bitonto Francesco Rossiello, all’epoca dei fatti vice presidente, e il dg del Picerno Vincenzo Mitro. Secondo l’accusa ci sarebbe stato un passaggio di denaro (25.000 euro, poi ridotti a diecimila euro) per alterare l’esito della partita. Nella vicenda anche Vincenzo De Santis, ds del Potenza che secondo l’accusa avrebbe fatto da intermediario tra i calciatori del Bitonto coinvolti e il Picerno. La Procura Federale avrebbe individuato anche altri tesserati ma al momento non sono presenti nel processo. Comunque i capi di accusa sono pesantissimi e vertono sui vari commi dell’articolo 30 (ex articolo 7) del Codice di Giustizia Sportiva - illecito sportivo - che prevede pene severe e afflittive per tesserati e società, sancite nell’articolo 8 nei commi G, H e I, nonché eventuali sanzioni pecuranie di non poco conto.

Difese in campo e terzi interessati

Nonostate la Procura Federale sostenga di avere in mano carte molto pesanti con alcune utili dichiarazioni dei tesserati coinvolti corroboranti la tesi accuatoria, le difese hanno approntato le loro strategie dibattimentali e sono presenti nel processo anche soggetti terzi interessati. In prima fila il Foggia che, terminato al secondo posto nel campionato di Serie D girone H 2019-20, alle spalle del Bitonto promosso in Serie C, potrebbe beneficiare in caso di penalizzazione o di retrocessione all’ultimo posto della vincitrice del raggruppamento (il Bitonto) e saltare nella categoria superiore. Naturalmente anche il Picerno rischia grosso e non manca chi vorrebbe prenderne il posto in Serie C per il classico effetto domino all’insegna del vecchio brocardo “mors tua, vita mea”. La sentenza di questo giudizio di primo grado è attesa in serata. Poi ci saranno eventuali appelli. C’è grande attesa e la partita davanti al TFN è tutta da giocare.


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