I dieci giorni che sconvolsero il nostro mondo© ANSA

I dieci giorni che sconvolsero il nostro mondo

Ivan Zazzaroni
5 min

Dopodomani tornerà il campionato, bello intero, dieci sfide in un sol colpo, e sarà una delle ultime volte (dalla prossima stagione mi aspetto 10 slot, ovvero i dieci appuntamenti in dieci differenti orari e spalmati su 4 giorni). Ci troverà diversi, cambiati. Da lunedì 22, l’inizio della sosta “mondiale”, a oggi, è successo l’impensabile.

Il 26 la Lega ha assegnato i diritti tv per il prossimo triennio a Dazn, togliendoli a Sky, i cui azionisti e abbonati (2,6 milioni solo per il calcio) hanno contribuito per diciotto anni a pagare gli stipendi della serie A, in sostanza mantenendola. È stata la vittoria “politica” di Luigi De Siervo, l’amministratore delegato di via Rosellini, che fin dal primo giorno si è impegnato anima e corpo affinché venisse accettata l’offerta - superiore di 90 milioni a quella di Sky - dell’asse Blavatnik-Tonoli-Diquattro-Gubitosi, l’ad di Tim che non ha perdonato a Sky l’ingresso nella banda larga.

Alla faccia dell’equilibrio tanto caro ad Allegri, De Siervo è riuscito nell’impresa di far giocare nella stessa squadra Lotito, Agnelli e De Laurentiis (in copertura Marotta e Scaroni, Campoccia e Barone i terzini) i quali, con caratteristiche, atteggiamenti e obiettivi spesso opposti, tra conflitti, tensioni, schiaffi e epifanie hanno avuto la meglio.

Decisiva è stata tuttavia la telefonata-gol di Leonard Valentinovich Blavatnik - per pochi, Len -, lo straniero di coppa, a Dan Friedkin, dal momento che la Roma aveva guidato con forza per settimane la formazione avversaria piena di provinciali.

In questo momento De Siervo non gode di grande popolarità dalle parti di Rogoredo dove sono ipotizzati tagli piuttosto consistenti per questioni di sostenibilità del business. Ne è consapevole: è uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo (cit. Rai Movie). Sempre nei giorni delle nazionali il cielo è diventato improvvisamente azzurro sopra Lotito, “punito” con un’inibizione di 7 mesi per il caso-tamponi e oggi più battagliero e incazzato che mai: ha fatto ricorso, imitato dalla procura federale, ma per ragioni opposte. A Roma si narra che il presidente della Lazio ami ripetere questa massima: «Chi si mette contro di me fallisce o va in galera oppure al camposanto». In senso metaforico, s’intende.

Martedì 30 il presidente della Corte sportiva d’Appello, Piero Sandulli, senza entrare nel merito ha poi confermato la sentenza del Giudice Sportivo, che aveva rinviato Lazio-Torino, censurando però la furbizia del Toro, in contrasto - ha scritto - con i principi sportivi di lealtà, probità e correttezza. Ed è scattata l’indagine della Procura federale.

Ieri, infine, l’Inter, incassata la bimestrale delle pay (13 milioni), ha versato gli stipendi di gennaio e la prima rata di Hakimi al Real. Così ho letto. Ho letto anche tante altre cose e alcune stronzate: la speranza di tutti è che gli Zhang riescano, a scudetto conquistato, il primo di una proprietà straniera, a trovare un acquirente solido e in grado di restituire fiducia e speranze a uno dei club più amati d’Italia.

Tornerà il campionato e dopo aver espresso tutta la solidarietà al personale di Sky (giornalisti e non) mi auguro che Dazn, dove ho tanti amici, riesca a non far rimpiangere il servizio offerto dalla pay di Santa Giulia: lo pretendono gli appassionati, soprattutto in un momento in cui la televisione ha sostituito lo stadio. Dopodomani. Poi sarà Pasqua.

Il Covid non ha solo ucciso più di centomila italiani, mettendo a rischio la vita di tanti altri, a migliaia. Ha anche ferito l’anima di un popolo. Ricordo gli psicologi televisivi, un anno fa: «La pandemia renderà tutti più buoni, scatterà la solidarietà». S’è visto. Ogni settore - anche lo sport, e il calcio di più - è stato avvelenato, in particolare dalla furbizia. Molto italiana. Uno studioso del settore, Giuseppe Prezzolini, ne ha approfondito la natura fissando definizioni e profili: «Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle». Ne conosciamo. E comunque buona Pasqua, in anticipo serale, anche a loro.


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