Juve, la Cinica è vicina

Juve, la Cinica è vicina© Juventus FC via Getty Images
Ivan Zazzaroni
3 min

La Cinica è vicina. Non ancora vicinissima , ma se le tre che le stanno davanti continueranno a buttar punti e - con i punti - fiducia e credito, chi può escludere che la peggiore Juve degli ultimi undici anni possa rientr are in corsa per il titolo? Tre settimane fa sembrava da pazzi soltanto ipotizzarlo . Quando - però - venerdì ho sentito lo stesso Allegri togliere ogni speranza alla sua squadra ricordando che per lo scudetto servono 85 punti, ho cominciato a insospettirmi: Max è portato alla provocazione, se non addirittura alla presa in giro ( ne sa qualcosa un collega di Perugia ) .

Poche cose hanno tuttavia funzionato al meglio a Empoli: il risultato ( il tredicesimo utile) , e fin qui ci siamo; Dusan Vlahovic, e anche questa non è una novità: lui sa cosa fa, accidenti se lo sa, ha segnato due gol da centravanti perfetto , il controllo di sinistro sul secondo è una magia da Baggio, Mancini, Kakà. Positivi anche De Ligt e in parte Locatelli, Pellegrini e Morata, impiegato nella ripresa. Mi ha colpito in particolare il sorprendente, ancorché evidente, senso della squadra , Vlahovic il booster .

Disattenzioni, amnesie e errori - dicevo - si sono sprecati: anche alcuni passaggi e lementari hanno procurato complicazioni . Al punto che prima del vantaggio di Kean mi è tornato in mente il professore di Scienze che avevo al Linguistico, tale Sergio Garosi (preciso che a pranzo non avevo toccato il vino). Al prof di origini toscane piaceva raccontare spesso la storia di una sua allieva, Neri Isolina, che «l’era tanto bruttina». Un po’ come questa Juve, appunto. Che fatica a trovare le distanze, tant’è che anche ieri si è ripetutamente allungata , condannando Vlahovic all’isolamento : ogni volta che Arthur non si limita ai due tocchi i compagni vanno in confusione e la manovra risulta prevedibilissima . Troppo severo il giudizio dopo un successo in trasferta che oltretutto mancava da inizio gennaio (da 1-3 a 4-3 con la Roma all’Olimpico) ? Questo ho visto.

Christian Eriksen e gli altri

Al 52esimo di Brentford-Newcastle United, l’applauso dell’intero stadio per l’ingresso di Christian Eriksen nella sua seconda vita.

Assorbita la forte emozione, il pensiero è andato a tutti quei calciatori - dilettanti e professionisti - ai quali sono mancati i soccorsi immediati, un defibrillatore facilmente raggiungibile , l ’ultima possibilità. Centodiciassette cuori si sono fermati per sempre sul campo, o appena fuori, dal 2009 al dicembre 2021, otto l ’anno.

«Ricordo tutto, eccetto quei minuti in cui ero in paradiso» aveva detto venerdì il danese. Che abbiamo visto scattare, cercare il gol . Per nulla intimidito, totalmente dentro la partita, la sua ritrovata normalità. Bella notizia. Adesso è completa.

Ogni volta che vedrò Eriksen in campo ripenserò a Astori, a Morosini, ai tanti piccoli Davide e Piermario che hanno avuto una sola vita. Perdipiù brevissima.


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