Il Bologna è la medicina necessaria

Il Bologna è la medicina necessaria© LAPRESSE
Ivan Zazzaroni
3 min

Leggeva e poi alzava lo sguardo inseguendo il vuoto. Tornava al foglio e, abbandonatolo di nuovo, completava la frase mandata a memoria. Soltanto pochi minuti, poche righe, una comunicazione pesante come il dolore che Sinisa Mihajlovic ha cercato di alleggerire con la spavalderia del combattente anche per non impressionarci e evitare le lacrime. L’applauso, alla fine. Ho visto un Sinisa diverso, comprensibilmente diverso.

Per descrivere l’inizio di questo inatteso percorso terapeutico, che secondo i medici sarà più breve e efficace del precedente, ha però usato un’altra metafora calcistica: «Questa volta non entrerò in scivolata su un avversario lanciato» ha spiegato «ma giocherò d’anticipo per non farlo partire». Il calcio è dentro Sinisa e, a differenza della malattia, ci resterà per sempre. Il calcio e il Bologna sono e dovranno essere la necessaria integrazione delle cure.

Sinisa non è se stesso senza il pallone, la panchina, l’allenamento, la preparazione della partita, la tensione della vigilia, il discorso alla squadra, i cambi, i vaffa rivolti all’arbitro che ha ammonito un suo giocatore o al giornalista che non ha capito un cazzo. Non è Sinisa senza la vittoria, il pareggio, la sconfitta da spiegare. Senza il lavoro della vita. E Bologna è ormai la città diventata traguardo di una lunga fuga, i bolognesi amici ai quali rivolgersi con un senso d’appartenenza sincero e con parole decise, risonanti, un rumore fuori ordinanza.

Il silenzio mortifica spesso la verità. E allora mi sento di dover ringraziare pubblicamente Joey Saputo e Claudio Fenucci che per convinzione, gratitudine e stima nei confronti di Sinisa - per tre stagioni ha reso competitiva, salvandola con largo anticipo, una squadra che non lo era - sono pronti a allungargli il contratto di un altro anno.

Il tifoso è con Sinisa, anche i giornali che suggerivano al presidente di cambiare l’allenatore a fine stagione per non so quale ragione sono con Sinisa, la città è con il bolognese onorario Mihajlovic. Il rinnovamento tecnico e dirigenziale è con e per Sinisa. Noi lo siamo sempre stati, soprattutto nei momenti più difficili. E non è, questa, un’esibizione di buoni sentimenti, una mozione degli affetti consolatoria, tutt’altro: se solo lo sospettasse, s’indignerebbe. Sinisa è già nella storia del Bologna, è il presente e anche il futuro. Sarà lui, un giorno, il più avanti possibile, e per libera scelta, a dire basta e grazie. Dopo averci regalato qualche altra soddisfazione, vero Sini?


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