Omaggio a Vocina: il Pisa nel cuore per sempre

La scomparsa dello storico magazziniere del club nerazzurro ha commosso i tifosi pisani che gli hanno tributato l'onore dei grandi applaudendo il feretro di Aureliano Nardini per l'ultima volta sotto la sua curva
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Settanta anni di storia del Pisa vissuti così intensamente sono indelebili e neppure la dolorosa scomparsa di chi ne è stato protagonista basterà a cancellarli. Almeno dal cuore dei tifosi pisani che hanno omaggiato Aureliano Nardini con un'iniziativa simbolica ed unica. Il feretro dello storico magazziniere del Pisa è stato applaudito mentre sfilava sotto la sua curva Nord per l'ultima volta a sottolineare la fedeltà di Vocina, come lo avevano ribattezzato i tifosi a causa della sua voce affievolita da un male alle corde vocali che non era riuscito, tuttavia,  a piegarlo e ad allontanarlo dalla squadra della sua città e del suo cuore.

Amico dei grandi campioni dell'era Anconetani, da Dunga a Kift, da Simeone a Chamot, dal compianto Gianluca Signorini a Davide Lucarelli, ad Alessandro Calori a Klaus Berggreen, passando per Padovano e Piovanelli, e arrivando ai giorni nostri sino a Moscardelli e Torregrossa, Aureliano è stato un amico prezioso di tutti e un punto di riferimento per la tifoseria che si è stretta a lui per l'abbraccio d'addio. Lo hanno apprezzato anche i tantissimi allenatori che l'89enne Aureliano ha incrociato dagli Anni Cinquanta a oggi, una lunghissima stagione vissuta con una sola passione rigorosamente nerazzurra: Vinicio, Simoni, Lucescu, Bolchi sino a Gattuso (di cui era restato amico) e a D'Angelo, l'ultimo tecnico che ha fatto battere forte il cuore di Vocina nella finale dei playoff dello scorso maggio che ha riavvicinato il Pisa alla Serie A, obiettivo mancato di un soffio e che sarebbe stato il sigillo perfetto di un percorso unico e irripetibile. Accolto allo Stadio Anconetani-Arena Garibaldi, Nardini ha ricevuto  una maglietta nerazzurra tutta per sé con il nome Vocina stampato sul retro, un regalo consegnato da De Vitis, Masucci e Gucher come ultimo gesto di riconoscenza per una passione che continuerà a pulsare anche ora che Aureliano è volato lassù. A tifare, ovviamente, per il suo Pisa. 


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