Il Mondiale in Qatar: follia dell’ingordigia

In tanti (vedi Pogba) hanno pensato più all’impegno con la nazionale che al club
Il Mondiale in Qatar: follia dell’ingordigia© ANSA
Alberto Polverosi
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Che nessuno dica “vi decidete ora a scrivere che questa stagione è assurda, che un campionato del mondo in mezzo ai due gironi non ha senso calcistico, che i campionati nazionali rischiano di essere falsati”? Nessuno lo dica, perché non è vero. Questo e altri giornali, altre tv, altre radio, lo stanno sostenendo da quando un gruppo di appassionati al denaro (non al calcio) ha deciso di giocare il Mondiale numero 22 in Qatar. E giocandolo in Qatar era impossibile programmarlo in estate a 50 gradi all’ombra. Di conseguenza, visto che i campionati nazionali si disputano in questo periodo andavano per forza interrotti nel bel mezzo della contesa, così come si dovevano condensare in poco tempo le tre coppe europee. Poi, noi italiani, ci aggiungiamo il dispetto, la tristezza, la delusione e l’umiliazione (la seconda di fila) di non esserci e sale una rabbia difficile da contenere.

RESPONSABILITA'

Ci sono decine di giocatori in A e negli altri campionati stranieri con infortuni la cui entità viene calcolata, a cominciare dalla scelta delle terapie da seguire, in base non al campionato o alle coppe a cui partecipano con i loro club ma al Mondiale. Tutto viene finalizzato al Qatar. E via via, appena avvertono dei fastidi (che magari sono dolori veri, ma vai a fidarti...), preferiscono fermarsi e farsi curare in vista del Mondiale. In queste ore è saltato anche Kanté e proprio un caso francese ha mandato su tutte le furie Allegri, il caso-Pogba: ha ritardato l’operazione, che gli avrebbe consentito un recupero completo, perché l’obiettivo era il Mondiale. E Lukaku, e Di Maria e Dybala e Gonzalez, tutti acciaccati e tutti col pensiero rivolto al Qatar. Tuttavia, non c’è da colpevolizzare tanto i giocatori, l’ambizione di partecipare a un Mondiale è più che legittima. La responsabilità, clamorosa e imperdonabile, è di dirigenti ingordi, una volta a capo della Fifa. E’ come se un Papa molto interessato al denaro più che alla fede (per fortuna non è il caso di Bergoglio, peraltro appassionato di calcio) ordinasse dal Vaticano alle chiese di 36 nazioni di chiudere le porte durante le vacanze di Natale (il periodo è proprio quello), richiamando a sé i preti migliori per dire Messa in Piazza San Pietro e, magari sottovoce, inducesse quegli stessi preti a risparmiare brillanti omelìe pre-natalizie (pre-mondiali) per poi dare il meglio nella gloria del Vaticano. Non è così la fede e non è (non dovrebbe essere) così il calcio che, a suo modo, si basa su una fede laica. Il compressore in cui sono finiti campionati e coppe sta trasformando questa prima parte di stagione in un’assurdità calcistica. Ma è assurdo anche un altro aspetto. I campionati nazionali, almeno in Europa, si chiudono fra il 10 (la Liga) e il 13 novembre (la Serie A, la Ligue 1, la Premier e la Bundesliga). Una settimana dopo iniziano i campionati del mondo. Mai successo prima che fra la fine delle stagioni di ciascuna federazione e l’inizio di un Mondiale ma anche di un Europeo vi fossero appena 7-8 giorni. Questo significa che ogni commissario tecnico dovrà preparare il debutto mondiale riducendo al minimo allenamenti e prove. Tanto per dare un’idea, nel ‘94 la Serie A si chiuse il 1° maggio e il Mondiale americano iniziò il 17 giugno. Quasi 50 giorni di preparazione. E’ questo che ha spinto il ct argentino Scaloni a chiedere ai suoi giocatori di saltare l’ultima giornata di campionato. Siamo alla follia.

INCOGNITE

Ultimo aspetto di questa immensa stortura che solo il senso calcistico avrebbe potuto evitare: in quali condizioni torneranno i giocatori ai loro club? Hanno cominciato con una preparazione estiva piuttosto sintetica perché i campionati iniziavano presto (perfino il nostro, figuriamoci un po’), poi sono entrati in una centrifuga di partite a ritmo infernale, quindi dall’Europa, dal Sudamerica o dall’Africa dovranno viaggiare rapidamente verso il Qatar, nemmeno una settimana per riprendersi, da stanchezza, fuso e stordimento vario, e riprenderanno a giocare. I quarti di finale mondiali sono in programma il 9-10 dicembre, le semifinali il 13-14, la finalissima il 18. La Premier League ripartirà il 26 dello stesso mese, otto giorni dopo, la Serie A aspetterà il 4 gennaio. Vorremmo capire che partite vedremo in Italia, in Inghilterra e in Spagna da gennaio in poi. La verità è che toccava alle federazioni ribellarsi subito, poi agli allenatori, ai giocatori e soprattutto ai presidenti che ogni volta che ne “prestano” alla Nazionale (in Italia è prassi) si lamentano. Ma qui ballano soldi, veri e tanti, e del calcio, dello spettacolo, chissenefrega.


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