Mihajlovic, una grande eredità

Mihajlovic, una grande eredità© ANSA
Ivan Zazzaroni
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Un istante dopo aver saputo della morte di Sinisa, Mauro e Teresa, 74 e 72 anni, si sono rivolti a Mario Giordano, conduttore di “Fuori dal coro”. Volevano spedire un telegramma di ringraziamento e gratitudine alla famiglia Mihajlovic e non sapevano come fare, speravano di poter avere un indirizzo buono. Il 22 ottobre scorso, seguendo il programma di Rete 4, Sinisa aveva visto il servizio sui due anziani di Trani costretti a vivere per 140 giorni sotto una tenda poiché un pignoramento autorizzato dal tribunale gli aveva portato via la casa: tutto per un debito mai estinto di 4.500 euro. “Sini” aveva subito scritto al giornalista Mediaset per garantire che la casa l’avrebbe pagata lui.

Milleduecentocinquantadue giorni tra shock iniziale, paura, dolore, coraggio, speranza, ancora dolore e infine tragedia. Tanto è durata la lotta contro la leucemia sua e della famiglia. In tutto questo tempo Sinisa non ha pensato soltanto a curarsi, a se stesso: ha tentato di tranquillizzare chi gli vuole bene, condiviso con il mondo intero i passaggi del suo drammatico percorso e aiutato economicamente persone in difficoltà e malati.

Quando venerdì pomeriggio il dottor Pino Capua mi ha informato che il cuore di Sinisa aveva deciso di fermarsi per farlo riposare per sempre ho immediatamente pensato a tutte le persone che stanno lottando contro le varie forme di leucemia e i tumori in genere. Hanno perso un riferimento forte e spavaldo: l ’immedesimazione è uno straordinario coadiuvante della cura. Il modo migliore per onorare la memoria di Sinisa e continuare a dare un motivo per sperare a chi soffre è perciò quello di sostenere la ricerca.

“Dobbiamo nascere due volte per vivere un po’, anche solo un po’” ha scritto Christian Bobin. “Dobbiamo nascere nella carne e poi nell’anima. Le due nascite sono come uno strappo. La prima proietta il corpo nel mondo, la seconda lancia l’anima al cielo”. Sinisa è nato due volte anche per farci sapere che soltanto attraverso la solidarietà e l’impegno possiamo riuscire non dico ad accettare, ma quantomeno a dare un significato e un valore a tragedie come la sua.

Numerose sono le associazioni che consentono alla ricerca di progredire in tempi più rapidi: personalmente sono vicino al Comitato Maria Letizia Verga di Monza (comitatomarialetiziaverga.it). In prima linea dal 1969 è l’Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma di Roma (Ail), così come il nuovo polo ematologico di Bologna voluto dalla famiglia Seragnoli dopo la morte del giovane Lorenzo. «Per me non è una notizia, per me è la vita». Dejan Stankovic lo chiamava “papà”. Sono bastate poche parole al telefono dalla Turchia, dove si trova con la Sampdoria, per comprendere appieno il senso del dolore. 


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