Bufera su Trentalange, nuove elezioni per l’Aia

Si fanno già i nomi di Rizzoli e Orsato, al momento l’associazione ora nelle mani del vice Baglioni
Bufera su Trentalange, nuove elezioni per l’Aia© ANSA
Edmondo Pinna
4 min

ROMA - Quasi in pieno recupero Alfredo Trentalange si è dimesso dalla presidenza dell’Associazione Italiana Arbitri. Appena 24 ore prima, aveva incassato una lettera di solidarietà da parte dei presidenti di sezione (non tutti d’accordo, in Campania ad esempio, l’affluenza alla... firma è stata bassissima), ma evidentemente ieri la moral suasion effettuata dalla Figc ha portato i suoi frutti. Lo scontro avrebbe lasciato sul campo diversi strascichi (e non è detto sia finita qui), da via Allegri il documento di richiesta di commissariamento era già pronto per essere inviato, evidentemente Trentalange, che la Procura federale aveva messo nel mirino per il caso D’Onofrio, ha trovato la forza per fare marcia indietro. Non scontato: perché le dimissioni non erano arrivate il giorno in cui tutto questo caos è scoppiato (fra l’11 e il 12 novembre), perché era stato scelto un pool difensivo ovviamente da “combattimento” (il figlio del presidente della Repubblica, il Prof. Mattarella, l’avvocato di Lotito nella vendita della Salernitana, Presutti, e l’avvocato Gallinelli, amico del vice presidente dell’AIA, Baglioni), perché durante questo periodo in tanti avevano urlato di voler «uscire a testa alta», perché ancora giovedì scorso, alla vigilia dell’interrogatorio davanti al procuratore Chiné, le intenzioni erano state messe nero su bianco: «Non mi dimetto». Invece ieri è arrivato il passo indietro per «tutelare l’Associazione (...) da ogni paventata ipotesi commissariale», convinto come è che ci sia «assenza di una reale e persistente disfunzione di una struttura sicuramente integra anche dopo una vicenda penale e personale del tutto estranea alla nostra Associazione».

Telefonata

Oggi al Consiglio federale, fra le voci in agenda, anche quella che riguarda proprio l’AIA. Vero, l’ordine del giorno era già stato fissato, viste le modifiche alla giustizia domestica che la Figc aveva chiesto e che l’Assoarbitri ha approvato proprio sul filo di lana, ma questa volta la possibilità “tecnica” di commissariare c’era. Gravina non ha mai smesso di interloquire con Trentalange, anche ieri, in una telefonata che è risultata alla fine decisiva. Il provvedimento di richiesta del commissariamento da portare domani in approvazione al Consiglio Federale era già pronto, l’ultimatum è stato quasi perentorio: a quel punto il presidente dell’AIA s’è convinto. C’è anche la versione complottista (terrapiattisti e rettiliani arbitrali): arrivando a ridosso delle vacanze di Natale (ma solo perché c’era la Spada di Damocle del CF di oggi), permetterà ai suoi seguaci di guadagnare tempo, con sezioni chiuse e gente in festa, a tutto nocumento di eventuali competitors.

Reggenza e elezioni

I poteri adesso verranno trasferiti nelle mani del vice presidente Duccio Baglioni, per molti il vero Richelieu dell’AIA, che avrà non poco da fare. Non solo riorganizzare le fila, ma anche cambiare i regolamenti elettivi: ad esempio, dovrà essere creata la Commissione elettorale, fino a giovedì scorso coincideva con la Commissione di Disciplina Nazionale, ora passata alle competenze federali.

Cosa succederà

Le nuove elezioni dovranno essere indette «entro 90 giorni», termine massimo. Sembra difficile possa ripresentarsi lo stesso Trentalange (il deferimento non sarebbe ancora arrivato), sicuramente ci sarà qualcuno che ne seguirà le orme. Ci sarebbe poi una corrente che porta alle due R, ovvero Rizzoli, ex designatore, oppure Rosetti, attuale boss degli arbitri Uefa (ha rinnovato da poco, nel caso c’è l’olandese Kuipers, pallino di Ceferin). Molti, però, all’interno dell’AIA, vedono in Orsato un possibile nuovo presidente: chiusa l’esperienza Mondiale, sarebbe pronto a lasciare il campo. E lo vorrebbero subito al vertice. Fantasie. 


© RIPRODUZIONE RISERVATA