Amnesty International contro Cristiano Ronaldo: ecco perché

Il portoghese ha speso parole importanti per l'Arabia Saudita in cui vige ancora la pena di morte
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RIAD (Arabia Saudita) - Le critiche non mancano mai, e anche questa volta Cristiano Ronaldo è stato bersagliato per la scelta di spostare la nuova avventura in Arabia Saudita. Al di là della scelta - più o meno discutibile - l’attaccante portoghese è stato duramente criticato per le sue parole spese durante la presentazione ufficiale. “Molti club hanno cercato di ingaggiarmi - aveva sottolineato Ronaldo - ma ho dato la mia parola a questo club per sviluppare non solo il calcio ma anche altre parti di questo fantastico Paese: voglio dare una visione diversa di questo club e di questo Paese”.

Le critiche di Amnesty International

Ma le parole dell’attaccante hanno innescato la reazione di Dana Ahmed, ricercatrice di Amnesty International per il Medio Oriente. “L’ingaggio di Cristiano Ronaldo da parte di Al-Nassr si inserisce in una strategia dell’Arabia Saudita - sottolinea la dirigente - è molto probabile che le autorità saudite promuovano la presenza di Ronaldo nel paese come mezzo per distrarre dalla spaventosa situazione dei diritti umani del paese. Invece di elogiare acriticamente l'Arabia Saudita, Ronaldo dovrebbe richiamare l'attenzione sulle questioni relative ai diritti umani nel paese. Cristiano Ronaldo non dovrebbe permettere che la sua fama e il suo status di celebrità diventino uno strumento di distrazione di massa”.


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