Viva la mamma di Barella

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Viva la mamma di Barella
Ivan Zazzaroni
4 min

La partita perfetta per una squadra da troppo tempo in difficoltà e sotto pressione. Una prova all’italiana nell’accezione migliore per limitare le idee e le necessità di un italiano doc, Conte, che di un certo calcio è professore universitario con centinaia di pubblicazioni. Pioli aveva chiesto ai suoi di essere aggressivi e bassi come non mai per non offrirsi al contropiede inglese. Aggressivi, dicevo, e concreti, attentissimi in difesa e rapidi nel raddoppiare. Ed è stato ascoltato. Il gioco?, la manovra? Tirata via, le ripartenze se e quando possibile. Più con Leao che con Saelemaekers che si è occupato in prevalenza delle emergenze e dei recuperi sfruttando la sua velocità. Del Milan mi sono piaciuti in particolare Thiaw, Kalulu e Kjaer, che aveva il compito più difficile, il controllo di Kane; Diaz ha garantito un minimo di qualità e soprattutto ha segnato il gol al settimo minuto che ha consentito alla squadra di interpretare al meglio la strategia iniziale. Leao si è acceso a intermittenza, Giroud non si è risparmiato, ma ha combinato poco. Col suo Tottenham a corrente alternata e con l’improbabile coppia di mediani Sarr-Skipp (erano assenti Bentancur, Bissouma e Hojbjerg) Conte ha fatto comunque più gioco del previsto lavorando sugli esterni ma non trovando quasi mai Perisic, che il massimo lo dà sempre nella stagione in cui deve guadagnarsi il rinnovo di contratto. Rari, pertanto, i pericoli per Tatarusanu. Ci sono momenti in cui la bellezza diventa un elemento trascurabile poiché la concretezza e il cinismo prevalgono su tutto. Ecco, per il Milan questo era, è quel momento. E allora, Diaz sia lodato.

W la mamma dei Barella

Nicolò Barella è l ’aggiornamento ios 22.23 di Antonio Conte, del Conte giocatore. Lo ricorda tantissimo: nella determinazione, nella sostanza tecnico-tattica, nella ricerca affannosa, ossessiva della vittoria. In una parola, nel carattere. Barella è il sardo tosto che i soldi della paga li vuole meritare tutti. Non risulterà simpatico, forse, ma solo perché è estremamente riservato. Proprio come Anto’. In campo dà tutto e quando lo vedi scarico è perché ha esaurito le batterie dei polmoni, non quelle del cuore. Lunedì sera, a Genova, ha scazzato con Lukaku. Sembra che gli abbia urlato «muovi quel culo!». Un incoraggiamento alla Barella. O alla Conte. La reazione di Romelu, che sta vivendo una stagione complicata, è stata plateale e perfino volgare: non sono mancati un figlio di... e un vaffa. Domando a chi ha giocato a calcio: vi è mai capitato, in un momento di particolare tensione, di invitare un compagno a darsi da fare di più? E in che termini vi siete rivolti a lui, senza fare distinzioni di età, ruolo, importanza? Tempo fa seguii un’intervista su Dazn nella quale, presenti Barella e Lukaku, Big Rom diceva questo di Nicolò: «Penso che lui sia la voce della squadra nella partita. Parla sempre, sempre. Litighiamo ogni giorno, già quando scendiamo sui campi di allenamento, mi picchia anche, poi io picchio lui. Io, Barella e anche Brozovic, siamo giocatori un po’ matti e abbiamo bisogno di questa energia. Servono i giocatori che vanno alla guerra, all’Inter serve questo». Lasciamo stare le mamme, specie se fanno dei Barella.


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