Carnevale: "Maradona, Paola Perego, i tradimenti". Poi la rivelazione shock

Con lui il Napoli aveva conquistato due scudetti: il capo scout dell'Udinese si racconta in una lunga intervista a 360 gradi: ecco cosa ha detto
Carnevale: "Maradona, Paola Perego, i tradimenti". Poi la rivelazione shock

Una vita segnata da grandissimi dolori ma anche da grandissime gioie, da discese e risalite in cui il calcio ha avuto un ruolo fondamentale. Andrea Carnevale, fresco dei suoi 63 anni, si è raccontato in una lunga intervista rilasciata a La Repubblica in cui ha svelato i momenti più bui della sua vita ma anche come è sempre riuscito a risalire.

Carnevale, la rivelazione sui genitori

La prima rivelazione shock del capo scout dell'Udinese riguarda i suoi genitori. Quando Andrea aveva solo 13 anni infatti il padre Gateano uccise la moglie Filomena, mamma di sette figli, e anni dopo si suicidò nel manicomio criminale di Aversa: "Mi fa male quando leggo dei femminicidi, di queste donne picchiate, violate. Mi ricordo di quando, in paese, parlavamo con i carabinieri di quello che succedeva a casa e ci dicevano: ‘Se non vediamo il sangue….’. Cosa potevo, cosa potevamo fare? Poi, quel giorno, il fiume si è colorato di rosso. Ho detto al maresciallo: ‘Ora vedi il sangue che volevi’”.


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La squalifica per doping e l'assoluzione

Una vita ricca di successi e di cadute come la squalifica per doping del 1990: "Colpa mia, me ne assumo la responsabilità totale. Ero capocannoniere del campionato, 5 gol nelle prime 4 partite, quando mi dissero del doping caddi dalle nuvole. Dalla Federazione mi rassicurarono: ‘Prenderai uno o due mesi di squalifica’, anche perché la quantità era irrisoria, zero virgola. Invece mi diedero un anno, una mazzata. Mi perquisirono casa, ci fu il processo penale. Ricordo che il pm disse: ‘Abbiamo trovato nella sua abitazione questo prodotto’. E il giudice: ‘Ah, quelle vitamine le prendo anche io’. Fui assolto”.


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La rivelazione sul matrimonio con Paola Perego

Anche la vita privata ha ricevuto dei forti scossoni, soprattutto dopo il matrimonio con Paola Perego da cui sono nati Giulia e Riccardo: "In questi anni lei ha parlato pubblicamente dei miei tradimenti, della depressione. E tutto questo mi ha danneggiato. Io sono sempre stato zitto, non sono un uomo da gossip. Sono andato a Udine perché in un momento drammatico della mia vita ho trovato i Pozzo, che mi hanno aiutato, mi hanno dato una possibilità. Poi sì, ho commesso i miei sbagli, ma non sono stato l’unico a sbagliare in quel matrimonio. Non voglio che tra qualche anno i miei nipoti leggano che il nonno è stato il più grande puttaniere d’Italia. Io non ho lasciato, sono stato lasciato. E anche tradito".


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"Maradona il più forte di tutti"

Infine un ricordo di Maradona, suo compagno nel Napoli dei due scudetti che però gli faceva venire sempre la 'tremarella': "Il più forte calciatore di tutti i tempi. Lo vedevo ogni giorno, eravamo compagni, eppure ogni volta avevo la tremarella, perché Diego era immenso, una personalità emozionante, ero e sono fiero di averlo conosciuto. Quando arrivava lui, si fermavano gli aeroporti, gli alberghi, gli stadi. Lo marcavano in tre ma noi con lui partivamo sempre dall’1-0. Pelé era fortissimo, come Messi, ma Maradona è stato unico. Diego mi ha reso ricco di animo, di cuore e anche di soldi", ha concluso Carnevale.


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Una vita segnata da grandissimi dolori ma anche da grandissime gioie, da discese e risalite in cui il calcio ha avuto un ruolo fondamentale. Andrea Carnevale, fresco dei suoi 63 anni, si è raccontato in una lunga intervista rilasciata a La Repubblica in cui ha svelato i momenti più bui della sua vita ma anche come è sempre riuscito a risalire.

Carnevale, la rivelazione sui genitori

La prima rivelazione shock del capo scout dell'Udinese riguarda i suoi genitori. Quando Andrea aveva solo 13 anni infatti il padre Gateano uccise la moglie Filomena, mamma di sette figli, e anni dopo si suicidò nel manicomio criminale di Aversa: "Mi fa male quando leggo dei femminicidi, di queste donne picchiate, violate. Mi ricordo di quando, in paese, parlavamo con i carabinieri di quello che succedeva a casa e ci dicevano: ‘Se non vediamo il sangue….’. Cosa potevo, cosa potevamo fare? Poi, quel giorno, il fiume si è colorato di rosso. Ho detto al maresciallo: ‘Ora vedi il sangue che volevi’”.


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