Clamoroso: dossieraggio su Gravina, volevano farlo saltare!

Attività illecite per aprire un’indagine sul presidente in uno dei periodi di forte tensione tra Serie A e Figc
Clamoroso: dossieraggio su Gravina, volevano farlo saltare!© ANSA
Giorgio Marota
5 min
Cercavano una crepa nel muro, uno scheletro nell’armadio o peggio ancora un segreto inconfessabile da consegnare in pasto all’opinione pubblica per mozzare teste coronate. E lo facevano seguendo la strada del denaro - che lascia sempre una traccia - verificando conti personali e banche dati. Il modus operandi dei 14-15 soggetti coinvolti nell’inchiesta della Procura di Perugia sul dossieraggio fuori controllo nei confronti di politici, vip, imprenditori e dirigenti sportivi è quello di una spy story criminale senza precedenti persino in un Paese come il nostro permeato di misteri e melma. Li accusano di accesso illegale ai sistemi informativi, falso ideologico e abuso d’ufficio. 

Sul calcio e il nome di Gravina

Il calcio era uno degli ambienti in cui il pm della direzione nazionale antimafia, Antonio Laudati, e il luogotenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, due tra gli indagati, si muovevano con disinvoltura secondo le ricostruzioni degli inquirenti. Laudati e Striano s’intrufolavano nei sistemi informativi (il Serpico, il Siva, lo Sdi, il Sidna, il Catasto ecc.) per creare condizioni tali da richiedere l’apertura di dossier pre-investigativi su soggetti non attenzionati dalle forze dell’ordine. E quando non trovavano nulla, parlavano di fonti alternative, così da convincere la procura ad attivarsi comunque. Perché si sa: cercando e rovistando... prima o poi qualcosa può venir fuori. Se poi l’operazione portava a dei frutti, giravano le info riservate ai media per creare lo scandalo. In un ambiente in continua fibrillazione come il pallone, a causa delle lotte intestine tra club e leghe, e tra Serie A e Figc in particolare, Laudati e Striano avrebbero trovato terreno fertile. Non può sorprendere, del resto, che la fotografia del sistema pallonaro oggi sia questa: club che vivono al di sopra delle proprie possibilità economiche, violenze ed episodi di razzismo, in un contesto nel quale c’è chi tenta di portare avanti una riforma strutturale per ridurre l’indebitamento e i costi di gestione (operazione Gravina) e chi sembra stia lavorando sotto traccia per farla fallire. 

I fatti intorno a Gravina

Lo spionaggio su Gravina comincerebbe a maggio 2022. Nei giorni in cui la Serie A, sempre all’opposizione in consiglio federale, porta la Figc in tribunale contestando l’indice di liquidità ammissivo ai campionati, Laudati chiede al suo capo, Giovanni Melillo, di aprire un fascicolo sul presidente federale, sostenendo come l’innesco dell’attività investigativa arrivi dalla procura di Salerno. In realtà, si legge nelle carte, «l’origine dell’atto erano le informazioni ottenute da Emanuele Floridi attraverso degli incontri promossi dallo stesso Laudati e poi concordati con Striano» avvenuti alla presenza di ufficiali della Guardia di Finanza. La persona citata è un ex collaboratore di Gravina, divenuto nel tempo un acerrimo avversario. La strategia del pm e del finanziere è ormai collaudata: Laudati tiene coperta la sua fonte e Striano si scatena con gli accertamenti ritenuti dagli inquirenti illegali; così, a marzo del 2023, i due arrivano a proporre la trasmissione alla procura di Roma di un fascicolo in cui «ipotizzano attività illecite poste in atto dallo stesso Gravina». Non hanno nulla in mano e il tentativo fallisce. In quelle ore il “mirino” è puntato anche sulle persone che circondano Gravina: secondo quanto racconta “La Verità” ci sarebbero stati diversi controlli sulla compagna e su altri familiari del presidente, oltre che sul procuratore Figc Chiné e sull’uomo di punta del settore commerciale, Valentini, oggi vice segretario generale. Anche i nomi del patron della Salernitana Iervolino e dell’attuale presidente di Sport e Salute, Marco Mezzaroma, finiscono nelle ricerche. Senza riscontri.  

La tempistica delle ricerche: niente di casuale

Così come il timing delle ricerche non sarebbe mai casuale - nel caso dei politici avvenivano in concomitanza con elezioni e nomine, con i vip se esposti su temi sociali come Fedez col Ddl Zan - non deve sembrare una coincidenza neppure lo scoppio di questo caso nelle settimane del far west politico-sportivo, proprio nei giorni in cui Lotito ha paventato l’ipotesi di fare causa alla federazione pur di ristabilire i pesi elettorali della Serie A. La normale dialettica tra dirigenti trascende sempre più in fughe in avanti (come quelle big sul campionato a 18), minacce - non sempre con conseguenze in termini di giustizia sportiva: molto più facile colpire gli allenatori che si lamentano degli arbitri - e con una politica sempre più invadente al punto che una parte della maggioranza di governo, contro ogni principio di autonomia dello sport, ha già chiesto a più riprese la testa di Gravina.  

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