Dieci italiane in Europa? C'è un modo. L'ipotesi è pazzesca

Il 50% delle nostre squadre potrebbe giocare nelle coppe europee nella prossima stagione. Vi sveliamo gli incastri necessari
Dieci italiane in Europa? C'è un modo. L'ipotesi è pazzesca© EPA
Giorgio Marota
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Doveva sembrare una corsa all’ultimo respiro contro le superpotenze d’Europa, si è trasformata invece in una passeggiata trionfale tra due ali di folla in festa, talmente comoda per le italiane da farci credere che la discesa fosse solo un’illusione ottica. Da ieri sera non ci sono più calcoli da fare né incastri che tengano: la Serie A avrà la quinta squadra in Champions nella stagione 2024-25. Abbiamo chiuso la partita internazionale in netto anticipo, alla vigilia delle semifinali dei tornei, con 15 partite che possono dare ancora punti. Fa strano dirlo, dato che non abbiamo avuto rappresentanti nella Top 8 della competizione più importante, ma abbiamo dominato il ranking Uefa. Un anno fa, la stagione delle tre finali, ci piazzammo al 2° posto. Si diceva che questo piazzamento sarebbe bastato, nel 2023-24, per avere il beneficio del pass extra concesso dall’Uefa alle prime due nazioni grazie all’allargamento a 36 squadre della nuova Champions. Le nostre rappresentanti sono andate invece oltre le aspettative.

Crollo inglese, la Germania vola

L’ufficialità del “premio” è arrivata dopo le partite di ieri che hanno concluso il programma dei quarti di finale. La Germania ha fatto en plein qualificando Bayern e Dortmund nella semifinale di Champions e il Bayer Leverkusen in quella di Europa League. La tre giorni europea si è rivelata invece un disastro totale per le inglesi, che si sono autoeliminate dalla corsa. Eppure le davano in rimonta, destinate a far valere, prima o poi, il valore di quelle sterline che solitamente spargono sul mercato come zucchero a velo portando in Premier tutti i migliori interpreti del gioco. E invece Manchester City, Arsenal, West Ham e Liverpool non hanno superato il crash test dei quarti di finale, lasciando solo l’Aston Villa - ieri sopravvissuta ai calci di rigore dopo aver sofferto da matti con il Lilla - a portare la bandiera coi Tre Leoni in giro per l’Europa. Da qui in avanti, varrà la stessa formula: ogni vittoria porta 2 punti al ranking della propria federazione, ogni pareggio 1, ogni passaggio del turno un altro, con il bottino da dividere per il numero di squadre al via dei tornei (7 per Italia e Germania, 8 per l’Inghilterra). Però l’Inghilterra con i suoi 17,375 punti è troppo indietro per superare l’Italia. Non servirà neppure un trionfo di Emery in Conference: non ci iprendono più. Agli inglesi resta la speranza di poter ancora superare i tedeschi (17,927), ma soltanto una tra Premier e Bundesliga avrà il bonus che la Serie A ha già incassato. E pensare che per noi l’Inghilterra è un riferimento anche politico e, non a caso, i vertici della Lega Serie A stanno studiando il cosiddetto “modello Premier” per ottenere più soldi, più potere e più autonomia.

Dieci italiane nelle coppe europee: c'è un modo

La quinta squadra in Champions permette all’Italia di portare sicuramente 8 squadre in Europa. La sesta della classifica, infatti, si qualifica di diritto per l’Europa League insieme alla vincitrice della Coppa Italia oppure in compagnia della 7ª di A se la formazione che alzerà il trofeo nazionale il 15 maggio all’Olimpico fosse già qualificata in una delle prime due competizioni. In Conference ci va la 7ª o, a scalare nel caso sopra citato, l’8ª forza (oggi il Napoli). Ma c’è anche una possibilità ulteriore: 9 squadre nelle coppe se a Dublino (il 22 maggio) Roma o Atalanta dovessero trionfare senza essere tra le prime 5 della Serie A o se ad Atene il 29 maggio la Fiorentina dovesse conquistare la Conference senza trovarsi già nella zona europea. Le due condizioni potrebbero anche verificarsi contemporaneamente: a quel punto toccheremmo quota 10. Immaginate il 50% delle formazioni del nostro campionato andare in giro per il contiente durante la settimana. Troppa grazia?


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