Il cattivo esempio di Nasser

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Il cattivo esempio di Nasser© Getty Images
Massimiliano Gallo
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Spagna-Georgia è sulla carta una partita dal destino segnato. Anche se a questi Europei è consigliabile una discreta dose di cautela. La Georgia ha vinto una sola partita e l’ha fatto contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo. E hanno anche il capocannoniere della fase ai gironi: quel Mikautadze, tre reti, che è già diventato obiettivo di mercato nonostante la deludente esperienza all’Ajax. La Spagna è una delle favorite. È la favorita che ha impressionato di più nonostante non abbia più le sembianze dell’Invincibile Armata.
Spagna-Georgia è anche una partita che fa discutere sui cambiamenti in corso nel pianeta calcio. Cambiamenti politici. Perché quella di stasera è anche la sfida a distanza tra il gioiellino Lamine Yamal, 17 anni da compiere il 13 luglio, e Khvicha Kvaratskhelia che è stato una delle recenti rivelazioni del nostro football. Entrambi hanno attirato le attenzioni del Paris Saint-Germain. Che, a dispetto di dichiarazioni di facciata e di retroscena evidentemente orientati sulla presunta nuova strategia aziendale, pare non abbia modificato l’approccio con cui Nasser Al-Khelaifi si è fatto largo nel mondo del calcio. Ossia aprendo il portafogli e mettendo sul tavolo offerte che altri nemmeno avrebbero potuto immaginare.
Il Psg ha sempre agito così e possiamo dire che fin qui la strategia non si è rivelata un successo. Vagonate di Ligue1 ma nemmeno una Champions. Nonostante Ibrahimovic, Cavani, Messi, Neymar, Mbappé, Di Maria e aggiungiamo anche Donnarumma. Non solo, ma dopo il naufragio della Superlega il Psg si è dato anche un abito politico. Al-Khelaifi è alla guida dell’Eca, l’associazione dei club, dovrebbe guidare il fronte del pallone verso un nuovo modo di fare impresa: sostenibile, non osiamo dire etico.
A chiacchiere sono tutti bravi. La realtà dei fatti appare decisamente diversa. Il Psg è il club che è entrato in casa Kvaratskhelia con un’offerta faraonica nonostante il calciatore fosse ampiamente sotto contratto col Napoli. E dalla Spagna scrivono di un’offerta monstre proprio per Yamal: 250 milioni per provare ad attutire il dolore provocato dalla partenza di Mbappé. Non siamo qui per fare la morale, però un minimo di coerenza non guasterebbe. O si accetta di far parte e addirittura di guidare un movimento politico del calcio, contrapposto ai presunti signori senza scrupoli della Superlega, oppure si sceglie la strada dei battitori liberi pronti a tutto, anche alla scorrettezza istituzionale, pur di accaparrarsi i calciatori migliori. Non si possono recitare due parti in commedia.
È questa ipocrisia che ha giustamente infastidito Aurelio De Laurentiis. Il Psg non riesce a negare la propria natura. E al fondo non crede in sé stesso, nella forza di riuscire a costruire in pochi anni una squadra fortissima navigando i mari della sostenibilità. Anche perché, nel circoletto dei miliardari, ai signori del Psg tocca sorbirsi gli sfottò di Mansour, membro della famiglia reggente di Abu Dhabi, che in bacheca la Champions ce l’ha già, oltre all’allenatore considerato più alla moda.


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